Il diversivo e il campo canoa, Lunetta avvicina la città
Presentati progetti e plastici degli studenti del Politecnico

MANTOVA. Il canale diversivo Mincio non avrebbe soltanto l’incombenza di regolare le acque e di porsi come confine nord del quartiere.
Una piccola modifica di un segmento del suo corso gli darebbe vocazione per disegnare un parco lineare, un’area verde, magari con qualche gelso piantumato per ricreare la suggestione della vecchia Lunetta cantata in dialetto da Brünin Bonora, dove i fidanzati potevano stare “in s’l’erba, sota i mor, colgà davsin”.
Il campo canoa - porta d’ingresso di Mantova con vista sullo splendido skyline della città - affascina con l’idea di ospitare una guesthouse, una struttura ricettiva per atleti e turisti a forma di lunetta, di esedra, quasi sospesa nell’aria, ancorata a terra da agili piloni.
Ed è sul fronte dell’acqua la raffigurazione di un sistema di piattaforme verdi flottanti e un pontile panoramico, attracco per imbarcazioni che colleghino Lunetta alla sponda a meridione su cui si affacciano i palazzi dei Gonzaga. È un dialogo tra le due rive del lago per ricollegare periferia e centro, compito dei 32 migliori studenti di architettura e ingegneria edile, coordinati dai professori Matteo Moscatelli e Paolo Citterio, che hanno partecipato al workshop internazionale di progettazione architettonica e urbana dell’Advantage School of Architecture del Politecnico di Milano, conclusosi ieri con la presentazione di quattro progetti esposti nella sede dell’ex Centro di aggregazione giovanile, con monitor e rappresentazioni plastiche dei modelli all’interno di un tunnel di fibre di legno, luogo versatile di lavoro che può essere trasportato en plein air, simbolo di collegamento con accessi liberi e aperti.
Entrata e uscita che si scambiano i ruoli. Progetti tesi a una rinnovata relazione tra l’antica capitale rinascimentale e un quartiere non storico ma inserito dentro un’area dove la storia è stata protagonista per secoli. Un quartiere di per sé non degradato, anzi vivo, sede di molte associazioni, multietnico e ricco di potenzialità nascoste. E la dialettica porta a collegare anche il presente al passato: l’atipicità dell’edificio ex Centro di aggregazione - già il colore blu intenso lo dichiara anomalo - con la tipicità dell’antica fortezza austriaca di colore rosso mattone, la lunetta di Frassino lì a poche decine di metri, al momento ridotta a un inaccessibile forte murato.
L’avamposto difensivo si presta ad attività differenziate, in particolare a feste di quartiere, a laboratori sul tema della gastronomia e dell’agricoltura. L’edificio blu ha carattere di magnete culturale e sociale, con aree adiacenti su cui il progetto crea nuovi percorsi (uno di questi lo collega al forte di Frassino), un più confortevole arredo urbano con luoghi di sosta, orti urbani e piccoli giardini.
Gilberto Scuderi
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