«Parli con la mia ragazza». Picchiato dai bulli dei bus
Studente 15enne preso a calci e pugni da tre ragazzini finisce al pronto soccorso. Una donna interviene e lo difende: «Tutti guardavano, ma nessuno lo ha aiutato»
di Roberto Bo
MANTOVA. Lunedì scorso le sassate contro il controllore Apam che aveva contestato la mancanza del biglietto sul bus, mercoledì gli altri due gravi episodi: una donna insultata e raggiunta da sputi in piazza Cavallotti, di fronte al Carrefour e un 15enne pestato in piazza Mantegna e finito in ospedale con un trauma cranico ed escoriazioni. E al centro delle aggressioni, a quanto risulta dalle testimonianze, sempre loro, un manipolo di ragazzini che ormai da tempo semina disordine in città. Un gruppo che qualcuno ha già ribattezzato i “bulli dei bus”.
Bullismo, lettera da Mantova:"Tutti guardavano, nessuno è intervenuto"
L’ultimo episodio mercoledì nelle prime ore del pomeriggio è venuto alla luce solo ieri grazie alla denuncia che la mamma del 15enne ha presentato in questura e alla lettera di sfogo e indignazione scritta da una giovane madre di Mantova (che pubblichiamo in prima pagina e qui a destra) che è intervenuta in difesa del ragazzino picchiato in mezzo a quella che ha definito «la più totale indifferenza dei presenti».
Ma che cosa è successo mercoledì pomeriggio in piazza Mantegna? Uno studente di 15 anni è appena sceso da un autobus in piazza Cavallotti. È con un suo amico. Dallo stesso mezzo scendono anche altri ragazzi più grandi: due maggiorenni e due minorenni già noti alle forze dell’ordine. Il gruppo più numeroso chiama i due davanti a loro: «Fermatevi, dobbiamo parlarvi». Il 15enne e il suo amico fanno finta di nulla e proseguono, ma vengono raggiunti in piazza Mantegna. Dei quattro, uno si defila e restano gli altri tre. Uno dei questi si rivolge allo studente: «Tu smessaggi su Facebook con la mia ragazza, perché lo fai?».
«È in classe con me, niente di più» risponde il 15enne. A quel punto il fidanzato geloso prende il cellulare a chiama la sua ragazza: «Mi ha appena detto che non ti conosce» e giù il primo pugno in faccia. Lo studente reagisce d’istinto sferrando uno schiaffo al suo aggressore e a quel punto viene colpito con calci e pugni dagli altri due, un 18enne e un 14enne. In quell’istante arriva un’impiegata trentenne di Mantova che sta andando al lavoro. Vede la scena e si butta in mezzo per difendere il malcapitato. La donna riesce nell’intento di interrompere il pestaggio, anche se il 15enne è già stato raggiunto da più colpi.
«Ho male alla testa dice, mi porta in ospedale?». La donna, tramite il cellulare del ragazzo, chiama la madre: «Hanno appena picchiato suo figlio. Che faccio?». «Per favore me lo porti in questura, arrivo subito». Il ragazzino attende la madre che poi lo accompagnerà al pronto soccorso: la prognosi è di dieci giorni per traumi al volto e ad altre parti del corpo. Scatta la denuncia: «Non è la prima volta – dice la madre – che mio figlio è oggetto di atti di bullismo da parte di questi ragazzi. Ora è terrorizzato».
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