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Malore fatale a Hong Kong. Forse un virus fulminante

La studentessa 24enne di Revere da qualche giorno aveva i sintomi dell’influenza Poi il ricovero in ospedale e l’arresto cardiaco. Arrivati in Cina il padre e il fratello

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REVERE. È ancora un mistero la causa che ha portato alla morte di Francesca Piva, 24enne studentessa di economia di Revere che viveva da qualche tempo a Hong Kong. Per ora, finché non verrà compiuta l’autopsia, si possono solo azzardare alcune ipotesi: un virus fulminante, meningite, o un’altra infezione, talmente gravi da debilitare il fisico di una ragazza giovanissima e provocare il malore mortale.

L’unica cosa certa è che Francesca fino a pochi giorni fa stava benissimo. Il malessere è cominciato all’inizio della settimana scorsa e la situazione è precipitata la mattina di sabato 4 marzo, in una manciata di ore, come ci raccontano i parenti.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Studentessa 24enne muore a Hong Kong ]]

Martedì o mercoledì Francesca ha chiamato casa dicendo di sentirsi poco bene, i classici sintomi dell’influenza: qualche linea di febbre, mal di stomaco, nausea. Prima si è rivolta ad un medico di Hong Kong che le ha prescritto alcuni farmaci, ma non hanno avuto effetto. Così il padre, Enrico, le ha consigliato di provare con degli antibiotici. Ma, a quanto pare, i disturbi persistevano.

Così, sabato mattina la ragazza si è fatta accompagnare dalla compagna di stanza in ospedale, un centro efficiente e modernissimo.
A quel punto non si sa cosa sia successo con esattezza. Nel giro di pochissime ore, la situazione è tragicamente peggiorata, Francesca ha avuto tre arresti cardiaci consecutivi. L’ultimo, purtroppo fatale. I genitori erano in contatto con la compagna di stanza: da lei, oltre che dal console italiano che si è preso subito in carico la delicata vicenda, hanno avuto la drammatica, quanto imprevedibile notizia.

Uno shock impensabile, per papà Enrico, la mamma Mariangela e il fratello minore Filippo, 21 anni, lontani migliaia di chilometri, impotenti.
La stessa multinazionale di Singapore per cui Francesca lavorava (era in distacco per un master di tre mesi a Hong Kong, che si era concluso proprio la settimana scorsa) insieme al console italiano hanno organizzato l’intero e immediato trasferimento dei famigliari a Hong Kong. Quindi già sabato nel primo pomeriggio il papà e il fratello (la mamma, completamente stravolta, è rimasta a Revere, anche per stare accanto all’anziana madre) sono partiti da Bologna per Hong Kong. Dopo uno scalo a Istanbul domenica a mezzogiorno sono arrivati a destinazione e accompagnati in albergo. Probabilmente lunedì 6 marzo  riusciranno a raggiungere l’ospedale. Sicuramente verrà disposta l’autopsia, poi seguiranno tutte le dolorose pratiche per il trasferimento della salma in Italia, che difficilmente potrà avvenire prima di sei-sette giorni.
Ma anche quando si avrà l’esito dell’esame autoptico resterà per tutti la domanda: perché, come è stato possibile? Francesca era una ragazza sanissima, mai avuto particolari disturbi. Una ragazza in gamba, che si stava costruendo un futuro sicuramente brillante. Indipendente già a 24 anni, da anni studiava all’estero: prima l’Erasmus in Irlanda, un master in Canada, poi il manegement a Singapore alla Dfs. Ad aprile sarebbe tornata a casa per discutere la tesi a Milano, poi l’aspettava il lavoro alla stessa multinazionale, a Singapore. Una vita a mille, piena, che si era costruita con intelligenza e determinazione. E che in un soffio se n’è volata via.

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