Pellet post-Ies, via ai lavori a Corte Bassani
Dopo Pasqua il cantiere per l’impianto a impatto zero che sfrutterà il calore del teleriscaldamento
di Monica Viviani
MANTOVA. Per un progetto naufragato ce ne sono altri tre che invece, pur tra difficoltà e ritardi, crescono e sono ormai a un passo dal raggiungere il loro coraggioso traguardo: riportare lavoro là dove tutto è cominciato. Vedi alla voce “ex raffineria”. Parliamo dei piani post-Ies di reindustrializzazione (o rioccupazione che dir si voglia) pellet, fitorimedio e multifactory R84. Se quest’ultima da una decina di giorni si è finalmente insediata in strada Cipata, per l’attività di produzione pellet la prima deadline è fissata per dopo Pasqua: tra aprile e maggio partirà tanto la semina di Herbal Crops quanto la costruzione dell'impianto di corte Bassani con al lavoro i primi dieci ex Ies che a settembre diventeranno 50 con il via alla produzione.
Agricolo, industriale e formativo: sono tre i fronti di intervento che vedono impegnati Sol.Co, Consorzio vivaisti europei di Canneto e l’azienda Ecoval di Montichiari.
PRONTI I PRIMI 200 ETTARI. La parte agricola del progetto prevede la coltivazione di Herbal Crops, particolare tipo di biomassa no food appositamente studiata per l'utilizzo energetico, che con poca acqua può raggiunge i 6 metri di altezza in 120 giorni. «Abbiamo già chiuso contratti per più di 200 ettari di terreno sparsi per la provincia e contiamo di raddoppiarli nelle prossime settimane, partiremo con 500/600 ettari per arrivare a 1.200 il prossimo anno»: Stefano Ottoni del Consorzio vivaisti europei sta da mesi incontrando decine di agricoltori e l’interesse nonchè le prime adesioni (sono già una trentina) al progetto fanno ben sperare. «Proponiamo loro di dedicare una piccola percentuale dei loro terreni a Herbal Crops per sostituire colture che ormai non rendono più, la biomassa da loro coltivata verrà poi conferita al nostro impianto. In questo modo possono creare reddito senza stravolgere le loro attività, c’è chi aderisce con il 10, chi con il 15%». Il piano prevede poi l’affitto di terreni che verranno gestiti direttamente da Cop21, ovvero la cooperativa sociale che gestirà l'impianto di pellet, svilupperà servizi per la produzione agricola di biomassa nonchè la commercializzazione del combustibile. E a Herbal Crops verrà seminato anche il terreno annesso a Corte Bassani a Mantova (proprietà Ies al di fuori del sito inquinato sottoposto a bonifica) dove sono già in corso i lavori di pulizia e sgombero per accogliere il nuovo impianto. «Tra una ventina di giorni partiamo con la semina - aggiunge ancora Ottoni - in modo da avere la biomassa pronta per settembre/ottobre quando entrerà in funzione l’impianto».
IMPIANTO A IMPATTO ZERO... Il progetto è pronto e sono al momento in corso i necessari passaggi autorizzativi con Provincia e Ats. Al vaglio anche alcune soluzioni tecniche, proposta da Tea, per renderlo a impatto zero: al posto di una caldaia per essiccare la biomassa da trasformare in pellet, verrà utilizzato il calore prodotto dal turbogas Enipower che rifornisce già la rete cittadina di teleriscaldamento.
...E MULTI-FUNZIONE. Non solo pellet da stufe ma anche foraggio per l’alimentazione zootecnica. L’impianto di corte Bassani, annuncia ancora Ottoni, è stato progettato per poter pellettare anche i cosiddetti mangimi per animali d’allevamento: «Nel mantovano non ne esistono - spiega - e sono molto richiesti sul mercato nazionale e internazionale».
EX IES: 50 PRONTI A PARTIRE. I corsi di formazione, finanziati con il fondo Fpa Energia vinto con un bando regionale, sono partiti con i primi 50 ex operai Ies che saranno destinati al progetto pellet. L’obiettivo è di arrivare a 70-100 addetti con la fase due del progetto, ovvero la produzione di caldaie, il cui decollo è (va da sé) legato al successo della prima.
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