Ecco l’hotel dei diseredati. Senzatetto nell’ex Schirolli a Belfiore
Scoperto nello stabile del complesso residenziale di lusso in via Cremona un rifugio di abusivi. Materassi, vestiti e rifiuti ammassati negli stessi spazi.
di Nicola Corradini
MANTOVA. Materassi, vestiti ammucchiati, un angolo pieno di sacchi dell’immondizia. I tipici segni delle presenze notturne in stabili abbandonati. A lasciarli sono i senzatetto, generalmente stranieri ma non necessariamente clandestini. Semplicemente gente che non ha casa. Questa volta ad essere occupato in modo abusivo è uno stabile costruito nella metà dello scorso decennio destinato a far parte di un complesso residenziale di pregio, ricavato nell’area occupata un tempo dalla fabbrica Schirolli.
Siamo a Belfiore, in via Cremona angolo via Pisacane a poche decine di metri dal cavalcavia. È il tratto in cui la strada provinciale fa da spartiacque tra due parti del quartiere, quella che si affaccia sul lago Superiore a fianco del parco su un lato e quella spostata verso la linea ferroviaria.
Su un lato la storica pizzeria (chiusa purtroppo) La Bruschetta e su quello opposto il complesso signorile costruito dalla impresa Concretae fallita anni dopo.
Un piano che aveva fatto scalpore, perché al posto di un reperto da archeologia industriale, la fabbrica Schirolli, l’impresa aveva presentato nel 2004 un piano per costruire al suo posto appartamenti e loft di lusso. Cosa che in effetti è stata fatta.
Di questo complesso fa parte anche la costruzione che riprende il vecchio profilo dell’industria. Era rimasto deserto. Fino a non molto tempo fa, perché senza dare troppo nell’occhio (dagli abitanti della zona non sono mai arrivate segnalazioni, come normalmente accade in queste situazioni) questa struttura che affianca gli appartamenti di lusso è divenuta un albergo per disperati. Locali densamente abitati a giudicare dai numerosi e poveri giacigli che si notano sul pavimento. Ci sono vestiti, bottiglie vuote, e sacchi di rifiuti. Condizioni igieniche, insomma, non proprio esaltanti, ma per queste persone la cosa importante è aver trovato un posto protetto dove passare le notti.
Una sorpresa, perché lo stabile più spesso indicato in zona come rifugio notturno di persone senza casa è il colosso nero che si trova in via Mambrini, vale a dire il centro commerciale (mai aperto) costruito anche quello nel decennio scorso, al posto del macello comunale (demolito completamente).
Un bel paradosso, in ogni caso, quello accaduto nell’area ex Schirolli, piano che nel 2003 venne presentato con orgoglio come intervento di recupero di un sito di archeologia industriale (era un’azienda che realizzava mobili per l’ufficio) per realizzare loft e ville. Cosa che è stata fatta, anche se le vicissitudini dell’impresa, entrata come molte altre nel vortice della crisi edilizia e del mercato immobiliare.
Quella fetta oggi abitata da persone con redditi da fame è una delle tante costruzioni realizzate negli ultimi anni rimaste disabitate e, in alcuni casi, incomplete. Sono i tipici immobili destinati a venir occupati abusivamente da chi la casa non ce l’ha oppure trasformati in discariche. Basta pensare che, sempre nella periferia sud, a Borgochiesanuova, si trova l’area delle ex serre lasciata in stato di abbandono completo ormai da anni. Per non parlare del centro commerciale di Colle Aperto (anni 80) rimasto incompiuto.
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