Da Mantova Sos al ministro Poletti: «Fermiamo l’illegalità»
Il ministro a Solferino visita la prima coop della calza, poi tappa a Castel Goffredo: «Approvo chi sa mettersi in gioco»
di Francesco Abiuso
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Solferino, il ministro Poletti visita la cooperativa Nuova Futura
SOLFERINO.
Basta con i laboratori clandestini che sfruttano lavoratori irregolari pagandoli una miseria, e che puntano su prezzi stracciati, dodici centesimi la dozzina di calze, per mandare gambe all’aria ogni possibile concorrenza. Ma basta anche con le aziende della calza che danno loro commesse, restando al riparo da ogni conseguenza. È questa la richiesta che il distretto della calza sano, che vuole ripartire e farcela nonostante tutto, rivolge al ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, venuto a Solferino per visitare la prima iniziativa di reindustrializzazione dopo anni di crisi della calza.
Solferino, le operaie della coop con il ministro Poletti
Quella cooperativa
Nuova Futura che oggi dà lavoro a sette operaie lasciate a casa dalle imprese e che si sono rimesse in gioco investendoci del loro (le quote della coop di cui sono socie, e che stanno pagando) e mettendo a disposizione la professionalità accumulata negli anni. Nata ai primi di dicembre (presidente della coop è
GuidoBeccari di Confcooperative Mantova) la Nuova Futura vivacchia ma ce la fa.
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Qualche commessa, principalmente dai Fondrieschi della Marygold (gli stessi che hanno messo anche a disposizione capannone e macchinari del calzificio Futura, chiuso a dicembre) e la speranza che nei prossimi mesi arrivi più lavoro e qualche aiuto. Un bando regionale che consenta mutui agevolati per pagare affitto, macchine e formazione, ma anche qualche sostegno dal governo. Sgravi fiscali e contributivi, aiuti a fare fronte al costo dell’energia, ma anche e soprattutto un appoggio nel ripristinare il principio della legalità nell’infinita rete di commesse che nutre l’indotto.
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Perché
Alfredo Posenato, sindaco di Castel Goffredo e manager della calza, ha le idee chiare: o si fanno leggi che arrestino i laboratori clandestini «definendo in modo chiaro una corresponsabilità di chi dà loro lavoro», o si va verso l’imbarbarimento, il darwinismo sociale. E la fine di un distretto che in poco più di dieci anni ha già perso metà dei posti. Questo il tema, e Poletti ascolta e prende nota. Ribadirà, poi, nel successivo dibattito pubblico nella sala consiliare di Castel Goffredo, l’impegno del governo nel contrasto del lavoro nero attraverso «la creazione dell’ispettorato nazionale del lavoro, l’aumento dei controlli attraverso l’accesso alle banche dati».
Ad accoglierlo, a Solferino, ci sono sindaci, il prefetto, i sindacalisti
Sabrina Masotto di Femca Cisl e
FabioCaparelli di Uiltec Uil che più di tutti hanno seguito il progetto della Nuova Futura. E soprattutto le sette operaie, che mostrano a Poletti come lavorano a cucitura e stiro, e poi gli leggono una lettera in cui ribadiscono il proprio impegno e gli chiedono supporto. La seconda tappa della visita mantovana di Poletti sarà a Castel Goffredo: i sorrisi e gli abbracci alla coop Bucavene, l’incanto della robotizzazione e qualche battuta tra imprenditori con i Pinelli durante la visita alla Solidea, e quindi l’incontro pubblico, prima di fermarsi a mangiare a Selvole e ripartire. Di ricette, Poletti non ne dà, se non ribadire che per il governo la manifattura è la «spina dorsale del Paese» e negare l’utilità di ogni politica protezionistica. Approva «il coraggio di chi ha sa mettersi in gioco» e crea un’impresa. Posenato, invece, è sicuro: se si avvia e si replica, l’esperimento della coop potrebbe ricreare molti posti di lavoro.
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