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Cartiera, il Tar deciderà sui 4 ricorsi il 21 giugno

Slitta di un mese l'udienza di merito sul procedimento della Provincia che ha trasferito l'Aia dalla vecchia proprietà a Pro-Gest

di Igor Cipollina
1 minuto di lettura
MANTOVA. Riga tirata sul 24 maggio: la nuova data da segnare in agenda è il 21 giugno, quando il Tar di Brescia si pronuncerà sul merito dei ricorsi contro la procedura con cui la Provincia ha trasferito l’Autorizzazione integrata ambientale da Burgo a Cartiere Villa Lagarina (Gruppo Pro-Gest). Ricorsi al plurale perché sono quattro: a quello istituzionale dei Comuni (Mantova, Borgo Virgilio, San Giorgio e Porto Mantovano) vanno sommati gli altri di Italia Nostra, Coordinamento comitati ambientalisti Lombardia, Isde-Medici per l’Ambiente e oltre duecento cittadini, del Parco del Mincio, e del comitato civico/politico formato da alcuni residenti e consiglieri comunali d’opposizione.
 
A chiedere lo slittamento dell’udienza erano stati i legali di tutte le parti, motivando la richiesta con l’esigenza di poter esercitare pienamente il diritto di difesa rispetto alla verifica sollecitata dal Tar al Politecnico di Milano. Eccola, la seconda data da cerchiare in rosso: il 10 aprile l’ingegnere Federico Viganò, ricercatore di ruolo in forze al Dipartimento di energia del Politecnico, depositerà la sua relazione sul progetto di riavvio della cartiera di viale di Poggio Reale elaborato dalla nuova proprietà.
 
Se la nuova udienza è già stata fissata, i giudici amministrativi si sono presi qualche giorno di tempo per sciogliere un altro nodo, venuto al pettine della prima riunione con Viganò, quando Paolo Rabitti, ingegnere e consulente di Isde-Medici per l’Ambiente (più gli altri ricorrenti) chiese al verificatore di chiarire cosa s’intenda per “impianto”, visto che nell’ordinanza del Tribunale il termine figura sia al singolare sia al plurale. Dal canto suo, Viganò ha investito della questione direttamente i giudici, che ieri si sono confrontati con i legali della parti. Testo unico ambientale alla mano, sostiene Roberto Fazzi (Italia Nostra), e concordano gli avvocati dei Comuni e del Parco del Mincio, che il termine impianto vada interpretato come installazione e che la verifica – funzionale a stabilire se si prospettino o meno modifiche sostanziali – debba considerare ogni singola attività e non la somma delle stesse. Altrimenti, argomenta Fazzi, si potrebbe inciampare nel paradosso di uno sforamento dei limiti emissivi di un impianto compensato dal rispetto della soglie di un’altra attività.
 
Intanto, il 22 marzo Viganò ha visitato lo stabilimento di viale di Poggio Reale con consulenti e legali delle parti, e la guida di Francesco Zago (Pro-Gest). Un sopralluogo in una fabbrica praticamente vuota, ad eccezione di alcuni rulli della nuova macchina continua e del capannone di stoccaggio. Sopralluogo animato da un acceso scambio tra Rabitti, Zago e l’avvocato di Cartiere Villa Lagarina sulla quantità di rifiuti in ingresso (che per il consulente ambientalista raddoppierebbe). E sull’opportunità di secretare o meno il verbale della visita.
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