Il progetto di Aspef: un centro per minori nelle serre in degrado
La proprietà è in liquidazione e l’area verrà messa all’asta. Fiorani: «Se invenduta ci faremo sotto. Ma prima i controlli»
di Nicola Corradini
MANTOVA. Una struttura di accoglienza per ragazzini con grossi problemi familiari alle spalle dove oggi c’è un’area in stato di abbandono e grave degrado. È il progetto a cui sta lavorando Aspef, l’azienda comunale che si occupa di welfare (e che gestisce le rsa D’Este e Bianchi), e che più volte il presidente Vinicio Fiorani ha annunciato. «L’intenzione è di dotare Mantova e provincia della prima struttura pubblica dedicata ai minori - spiega Fiorani - nei prossimi giorni andremo nelle Marche per studiare alcune strutture pubbliche analoghe che vengono considerate come modelli di qualità».
Siamo dunque ai primi passi, ma Fiorani ha già parlato del progetto anche con l’amministrazione comunale. Resta da individuare una sede adatta allo scopo. «Tra le varie ipotesi - dice Fiorani – quella che preferiamo è l’area delle ex serre di Borgochiesanuova. Si tratta di una superficie di diverse migliaia di metri quadrati, vicina a case e servizi e raggiungibile con comodità dalla sede centrale dell’azienda speciale. Sarebbe anche l’occasione per dare finalmente una destinazione nuova ad un’area in forte stato di degrado e di abbandono. Frequentata anche da abusivi nelle ore notturne».
Le ex serre sono di proprietà privata. Il declino di questa fetta di periferia (la struttura si trova tra la circonvallazione sud e via Rinaldo Mantovano) è iniziato quando la storica attività commerciale chiuse i battenti. Il rettangolo di settemila metri quadrati che aveva un tempo ospitato piante e fiori divenne col passare del tempo una discarica abusiva, un campo di battaglia per vandali vari e rifugio per disperati. Il grosso dell’area venne acquistato da un’impresa che avrebbe dovuto costruire delle palazzine.
Nel 2013 la ditta bonificò l’area dalle ingenti quantità di amianto delle strutture esterne. La società è però fallita e il curatore fallimentare ha messo all’asta il terreno per due volte senza ottenere offerte. Entro giugno è previsto il terzo tentativo con una base d’asta di 386mila euro più Iva. Costo troppo elevato per Aspef che attende di conoscere l’esito dell’asta. Si muoverà solo se resterà invenduta. Prima, però, verranno effettuati dei controlli per capire se il terreno è pulito o se richiede nuove bonifiche.
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