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Operai ustionati dal nylon fuso, l’ira dei sindacati

"Troppo giovani per quel ruolo: vogliamo capirne di più". Chiesto un incontro alla Fulgar

Francesco Abiuso
1 minuto di lettura

CASTEL GOFFREDO. «È davvero un fatto molto grave che possa essere accaduto un infortunio di questo tipo. Grave soprattutto per la giovane età degli operai feriti. Chiederemo al più presto un incontro con l’azienda: vogliamo capire con quale mansione e con quale tipo di contratto sono assunti i due ragazzi ustionati, se avevano sufficiente esperienza per essere impiegati in quell’intervento».

I sindacati non usano parole morbide per commentare l’infortunio accaduto nel pomeriggio di giovedì 13 aprile alla Fulgar di Castel Goffredo, quando due giovani operai, di 23 e 21 anni, sono rimasti ustionati dal contatto con un getto di nylon fuso fuoriuscito da un macchinario di cui stavano eseguendo la manutenzione. A intervenire per commentare la vicenda sono, insieme, Donatella Bignotti della Filctem Cgil, Sabrina Masotto della Femca Cisl e Fabio Caparelli della Uiltec Uil.

Un incontro che, se avverrà, si annuncia pieno di rivendicazioni, ma che potrebbe aprire una breccia in un’azienda da circa cinquecento operai, tra le più importanti per la produzione e la lavorazione dei filati per le calze, che non ha tuttora una propria rappresentanza sindacale interna.

Intanto proseguono le indagini sull’infortunio. I due giovani rimangono ricoverati al Niguarda di Milano. Ma le loro condizioni sono differenti. Più grave è il 23enne Gianluca Schettino, di Castel Goffredo. Resta ricoverato al Centro grandi ustionati dell’ospedale milanese. È lui ad essere stato investito più da vicino dal getto di nylon bollente. Schettino era stato incaricato della manutenzione di un macchinario che conduce il nylon appena fuso verso gli strumenti che producono il filato, il tutto attraverso dei tubi.

Il macchinario aveva bisogno di una pulizia all’interno, in particolare dei filtri. Bisognava, però, attendere che la pressione interna scendesse allo zero per poter aprire il macchinario senza temere un ritorno del getto di nylon. Ma qualcosa è andato storto e ora sono in corso le indagini dello Spsal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) per stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto.

Con Schettino, nel ruolo di aiutante, c’era anche il giovanissimo Daniele Palermo, di Piadena. Lui era più distante dai tubi e per fortuna è stato meno toccato dalla materia incandescente. Già nella mattina del 14 aprile, dopo il ricovero al Niguarda, la notizia che era stato trasferito nel reparto di Medicina.
 

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