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A Mantova uno studente su 4 vittima di bullismo

Studio su duemila alunni di medie e superiori: violenza soprattutto verbale. Gli psicologi: «Non sanno comunicare le emozioni e cercano una vetrina»

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MANTOVA. Duemila studenti di medie e superiori protagonisti di un’indagine sul bullismo e sul vandalismo. A seguire il progetto “Muoviamo l’educazione”, promosso da Apam, i professionisti, psicologi e psicoterapeuti, dell’associazione Arge. Novantadue le classi che hanno seguito l’iniziativa di otto istituti comprensivi e tre istituti superiori. Due sono i dati che maggiormente emergono dallo studio. Il bullismo innanzitutto si sta trasformando sempre più in un fenomeno verbale e psicologico, benché non manchino anche episodi di violenze fisiche. I ragazzi, poi, tendono a chiudersi sempre più in piccoli gruppi, non includono nella loro cerchia altre persone e contemporaneamente non desiderano esplorare fuori dal nucleo di appartenenza.


«Il 74% degli intervistati- dice Fabio De Nicola presidente di Arge- non sa affrontare correttamente le proprie emozioni e in particolar modo la rabbia. Non la riconoscono nella sfera dei sentimenti e questo li porta a non controllarla. E il bullismo nasce proprio dalla rabbia e si manifesta sempre più con minacce, esclusioni dal gruppo, maldicenze che, attraverso i social network, vengono propagate con grande velocità isolando il soggetto vessato».

Per arrivare a queste conclusioni gli alunni, dagli 11 ai 18 anni, hanno seguito un iter, iniziato in ottobre, diviso in due fasi insieme a sette professionisti dell’associazione. In un primo momento hanno svolto il test sociometrico di Moreno per individuare i due leader del gruppo classe, sia autocratico che carismatico. Poi sono state valutate le competenze emotive, ossia la capacità di comprendere e gestire le emozioni, con un test nel quale i soggetti dovevano collegare ad un’immagine una rispettiva emozione. Quindi un questionario anonimo ad insegnanti e ad alunni con domande specifiche sul bullismo. La seconda fase si è aperta riunendo più classi. Ognuna ha prima lavorato per trovare soluzioni ai fenomeni del bullismo e del vandalismo e per promuovere la mobilità sostenibile. I due leader emersi all’inizio del programma hanno svolto poi il ruolo di porta voce del gruppo. Dopo un momento di dibattito e di confronto tra le classi, sono state scelte le soluzioni più vantaggiose che si contenderanno la vittoria il 12 maggio all’open day in cui circa 1000 alunni invaderanno il piazzale della sede Apam.


«Dai questionari - spiega Fabiana Gamba di Arge- è emerso che il 25% dei ragazzi ha subito qualche volta atti di bullismo e il 19% ha avuto atteggiamenti prepotenti. Ad agire sono sia maschi che femmine». Il problema nasce generalmente in classe. I bulli si muovono in special modo durante le lezioni o nell’intervallo nei corridoi.
«A dirlo – spiegano gli esperti – sono sia gli alunni che i docenti. Questo significa che le sopraffazioni avvengono davanti agli adulti, non in luoghi nascosti. I ragazzi con questi comportamenti vogliono lanciare un messaggio di aiuto, esprimere un disagio che non riescono a trasmettere a parole». «Il bullismo è ormai un fenomeno sistemico – afferma De Nicola – per combatterlo serve un programma costante. Gli interventi sporadici non servono».
Il suo consiglio? Includere nelle attività scolastiche due ore a settimana di laboratorio di psicologia.
Barbara Rodella

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