MANTOVA. “Difettoso” e “salvavita” sono aggettivi che fanno a pugni e accelerano il battito, anche se il difetto in questione è un’eventualità remota. Non si sa mai. Per non sbagliare, l’azienda farmaceutica Meda ha deciso il ritiro volontario di alcuni lotti di autoiniettori di adrenalina Fastjekt: l’Ospedale di Mantova, a sua volta, ha contattato tutti i pazienti ai quali era stato dispensato il farmaco “sospetto” attraverso la farmacia interna per sostituirlo con i nuovi lotti. Si tratta di 62 adulti e 36 bambini, comunica l’Asst Poma. Scritto così, “autoiniettore di adrenalina” suona abbastanza neutro, meccanico e respingente come solo certe formule tecniche: a prenderne in mano uno, di autoiniettori, già si intuisce meglio di cosa si tratta. E qui la cronaca s’allaccia e intreccia alla vicenda privata del cronista, tra i 98 contatti dal Poma.
All’adrenalina si ricorre in casi di reazione allergica estrema – shock anafilattico – quando lingua e bocca si gonfiano e la gola si serra fino a mozzare il respiro. È a questo punto che entra in gioco l’autoiniettore, gli si toglie il tappo e lo si preme contro la coscia come un pugnale fino a quando non esce l’ago che penetra nella carne e inietta il farmaco. Poi si telefona immediatamente al 118 e ci si affida alle cure del pronto soccorso. Accelerate il tutto alla velocità del terrore del frangente. La parola chiave è “ago”.
Perché l’azienda ha ritirato gli autoiniettori? «Le ragioni del richiamo fanno seguito a due reclami avvenuti all’estero e riguardanti la mancata attivazione del dispositivo, a causa di un difetto potenziale di un componente – informa una nota dell’Ospedale – Entrambi i reclami sono legati a un singolo lotto, non commercializzato in Italia». “Mancata attivazione del dispositivo” mette addosso i brividi, la circostanza del “singolo lotto non commercializzato in Italia” un po’ conforta.
Così come l’ulteriore precisazione: «La casa farmaceutica comunica che l’incidenza del difetto è estremamente rara e i test effettuati su tutti i lotti che potrebbero essere interessati non hanno individuato alcuna unità difettosa. Tuttavia, si è proceduto al ritiro in via cautelativa». Tuttavia. Però. Resta sempre quel fondo d’inquietudine, inevitabile quando la propria vita potrebbe essere appesa al funzionamento di un dispositivo. Soprattutto se la vita è quella di un bambino che ha meno filtri e cautele di un adulto.E qui la notizia torna a intrecciarsi alle vicende personali: premura suggerisce di acquistare in una farmacia esterna all’ospedale un secondo autoiniettore, con ricetta bianca del pediatra, in modo da tenere un farmaco sempre a scuola e portarsi l’altro sempre appresso. Quale sorpresa (brutta) scoprire che anche l’autoiniettore comprato in autonomia appartiene a un “lotto invendibile”. Se il Poma chiama, non è previsto che le farmacie esterne tengano un registro degli acquirenti. Inquietudine.
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