In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Da Mantovabanca sì alla fusione. L’ultima parola spetta a Crema

Oltre 1.700 tra soci e delegati all’assemblea decisiva per l’alleanza con il nuovo soggetto bancario. La pulizia del credito porta a 9 milioni di perdita, ma gli indicatori patrimoniali ora sono più solidi

di Corrado Binacchi
1 minuto di lettura
Il palazzetto dello sport di Casalmoro gremito per l’assemblea di Mantovabanca 

MANTOVA. Il primo decisivo passo per la nascita della Bcc Cremasca e Mantovana è compiuto. Ieri l’assemblea di Mantovabanca ha dato il via libera, all’unanimità, alla fusione per incorporazione con l’istituto di credito cooperativo di Crema (che andrà in assemblea domenica 21).

Palazzetto dello sport di Casalmoro gremito, con 739 soci e 1.700 deleghe (quasi la metà della base associativa) per un appuntamento importante, che chiude una fase della storica banca di Asola e Casalmoro per aprirne un’altra con un partner solido e molto liquido. Il presidente di Mantovabanca, Giovanni Fondrieschi, e il direttore generale, Giampaolo Roseghini, hanno illustrato ai soci tutti i passaggi del progetto di fusione, che porterà un forte sostegno patrimoniale, migliori indicatori di liquidità, ridurrà il volume dei crediti deteriorati sul totale degli impieghi e darà garanzie a tutti i lavoratori.

Partendo da un indicatore Cet 1 oggi a 9,8%, e grazie al 22% di Crema, il nuovo istituto di credito cooperativo potrà contare, in partenza, su un Cet 1 del 14,5% (16,5% se si considera anche il prestito subordinato arrivato dal sistema delle Bcc al termine del commissariamento). Una solida base, insomma, per affrontare al meglio il futuro. Numerosi, nel corso dei lavori, gli interventi dei soci. L’auspicio, da parte di tutti, è che la nuova banca possa mantenere e rinsaldare, anche grazie alla spinta di liquidità del nuovo partner fondamentale per erogare credito, i legami con le imprese e le famiglie mantovane.

Via libera anche al bilancio, che chiude con una perdita di 9,5 milioni frutto di un’ulteriore “pulizia” del credito (14 milioni le rettifiche di valore). La raccolta complessiva si attesta a un miliardo e 60 milioni, 760 milioni il valore degli impieghi, 216 milioni i crediti deteriorati (in calo rispetto ai 233 dello scorso anno) con una copertura media del 44% (perfettamente in linea con quella di Crema). Il cda del nuovo istituto si allargherà da 9 a 13 componenti: da Mantova entrano Giovanni Fondrieschi (futuro vicepresidente o presidente del comitato esecutivo), Paolo Grossi, Roberto Chizzoni e Oscar Scalmana.

I commenti dei lettori