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Sommersi nel mare dei debiti, ecco il salvagente per uscirne

Con la legge salva-suicidi consumatori e imprenditori possono cavarsela con uno sconto dell’80%. A Mantova le consulenze gratuite di Federconsumatori e della neonata associazione Asas

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MANTOVA. Il lavoro che frana, le rate del mutuo che incalzano, una bolletta imprevista, la macchina da riparare, il conto del dentista: basta una spinta leggera per cadere nel vortice del sovraindebitamento, quando la somma dei debiti supera il reddito disponibile, i soldi in tasca non bastano mai, e più ci si accanisce a trovarne di altri più si va a fondo, condannandosi all’annegamento certo.

Ma uscirne, dal vortice, non è missione impossibile, non più dopo l’approvazione della legge “salva-suicidi”, la numero 3 del 2012, l’anno terribile dell’austerità spinta, con la sua lunga scia di affanni e di morti. Legge che promette di abbattere il muro dei debiti fino all’80% e pure oltre, guadagnandosi così l’“esdebitamento” e l’opportunità di una nuova ripartenza. Corretta da un successivo decreto e frenata dall’assenza di un regolamento, adesso la “salva-suicidi” è finalmente operativa, anche se poco pubblicizzata, e si moltiplicano le associazioni che offrono gratuitamente la propria consulenza ai sovraindebitati. A Mantova se ne contano almeno due, Federconsumatori, che si occupa di tutele individuali nel perimetro della Cgil, e la neonata Associazione italiana sovraindebitati (Asas) presieduta dal commercialista Alberto Riotta.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Primo requisito: l’incolpevolezza]]

Legge alla mano, il sovrindebitamento è «una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni». Il requisito numero uno è che il sovraindebitamento sia incolpevole, che nel vortice non ci si sia tuffati di testa, ma scivolati senza altri appigli a cui aggrapparsi. Lo strumento è paragonabile alla procedura concorsuale del concordato preventivo, ed è accessibile a due categorie di sovraindebitati: il consumatore e l’imprenditore non fallibile (tale in base ad alcuni parametri patrimoniali ed economici). La procedura è lunga, prevede controlli approfonditi, ma alla fine, in caso di esito positivo, si può tornare a respirare con il pagamento di una somma spesso simbolica.

Un esempio? «Mettiamo che nel 2007 io consumatore abbia comprato una casa e l’abbia strapagata ricorrendo a un mutuo al 100% – immagina Riotta – poi è arrivata la crisi, ho perso il posto e adesso non riesco più a far fronte al pagamento delle rate. Come ne esco? La procedura della legge salva-suicidi è l’unica che mi permette di salvare non la casa, ma la mia posizione. Potrò rimettermi sul mercato, trovare un altro lavoro e ricominciare a vivere senza temere il pignoramento dello stipendio». Per il dettaglio della procedura – che in prima battuta prevede la presentazione di un’istanza al presidente del Tribunale per la nomina di un Organismo di composizione della crisi che curerà la proposta di accordo o il piano di rientro del debito – si legga la scheda a fianco. Con sede in via Imre Nagy 44, l’Asas conta una decina di professionisti tra avvocati e commercialisti: lo scopo dell’associazione è diffondere la conoscenza della legge, offrire una prima valutazione e, nel caso, una consulenza piena (l’indirizzo è asasassociazione@gmail.com).

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Tra le collaborazione spicca quella con il Consorzio Ethica Onlus, che si occupa anche di ludopatia, vero e proprio dirupo verso il sovraindebitamento. Sono una decina i casi che Federconsumatori sta attualmente seguendo: «Il percorso è lungo, ma lo strumento è prezioso – conferma il presidente Luigi Pace – Chi si rivolge a noi? Chi ha perso il lavoro e non sa più come pagare le rate del mutuo e gli altri debiti contratti nel tempo, ad esempio. Il meccanismo è tale per cui si fa presto a scivolare da un prestito all’altro. Basta una spesa imprevista, una bolletta in più, un guasto alla macchina necessaria per andare al lavoro. È anche successo che marito e moglie abbiano perso il lavoro contemporaneamente».

E qui l’attualità si lega alla critica politica: «Ci ha contattato anche una coppia di lavoratori, lui con uno stipendio di 1.300 euro, lei precaria a voucher finché non è rimasta incinta e addio lavoro. Così adesso lui si trova a dover mantenere moglie e figlio con il suo solo stipendio, ecco com’è facile scivolare. E sarà sempre peggio, ora che i nodi del Jobs Act cominciano a venire al pettine». Ora che la bolla dei contratti a tempo indeterminato sta sgonfiandosi. Per ulteriori informazioni sul servizio ci si può rivolgere direttamente allo sportello di Federconsumatori, nella sede della Cgil in via Altobelli 5, il lunedì e il mercoledì dalle 15 alle 18, il sabato dalle 9 alle 12. Tra le novità, il numero di cellulare 3357126602 contattabile dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Pronto intervento consumatori.
Igor Cipollina

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