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A San Giovanni Del Dosso: «non si vive più, abbiamo paura»

Parla l’uomo aggredito dai vicini di casa che hanno ferito la moglie e la figlia

Rossella Canadè
1 minuto di lettura

SAN GIOVANNI DOSSO. «Non si può vivere così, abbiamo paura. Quelli sono dei pazzi». Michele Diana è il marito e il padre della donna e della ragazzina di 14 anni che l’altra notte sono rimaste ferite a San Giovanni del Dosso, nel corso della violenta lite scattata dopo l’incendio di un’auto tra la sua famiglia e quella dei vicini di casa, una famiglia di origine marocchina, terminata con una donna che si è data fuoco ed è stata ricoverata all’ospedale Borgo Trento di Verona con ustioni al volto e alle braccia.

«Ma quale lite? Quella è stata un’aggressione bella e buona». Diana, che fa il muratore, racconta la sua versione dell’accaduto. «Poco prima delle due di notte abbiamo sentito odore di bruciato, una puzza molto forte, e subito dopo delle grida. Siamo usciti, e quei pazzi, senza nessun motivo, ci sono saltati addosso. Sembravano dei diavoli. Hanno cominciato a menare, senza controllo. Mia moglie e mia figlia sono dovute anche andare in ospedale, niente di grave, ma ora sono spaventate a morte. Mia figlia l’abbiamo mandata a casa di mia cognata, perché qui non ci vuole più stare, e mia moglie non esce».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Scoppia la rissa e una donna si dà fuoco]]

Diana racconta che i vicini erano scatenati, sono volati schiaffi, pugni, sono spuntate mazze di legno e non si sono fermati neanche all’arrivo dei carabinieri. «Hanno cercato di picchiare anche loro». E non era nemmeno la prima volta, ricorda il muratore: «Anni fa avevano aggredito un’altra vicina, una donna anziana, e anche lì ero dovuto intervenire per difenderla. Non si può vivere così». Il più agitato del gruppo, il giovane Achrac Mihra, è stato processato per minaccia armata ai carabinieri ed ha patteggiato 8 mesi. «Giovedì sera era già a casa. Noi abbiamo paura».

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