Task force per l’aviaria. Addio a 44mila tacchini a Goito
È cominciato l’abbattimento di volatili nell’allevamento colpito dal virus. Ma verranno uccisi anche quelli di due aziende vicine. Sotto accusa un airone

GOITO . Ha avuto inizio il 1 giugno l’abbattimento di circa 18mila tacchini maschi di 124 giorni a Goito, dove si è ripresentata l’influenza aviaria. L’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha confermato la presenza del virus sottotipo H5N8 in un allevamento industriale di tacchini da carne, dove nell’immediato sono state predisposte le consuete misure di sicurezza.
Il virus, che appartiene a un ceppo ad alta patogenicità, sembrerebbe essere stato portato da un airone, trovato morto a distanza di pochi metri da uno dei capannoni della stessa azienda interessata con lo stesso sierotipo che sembrerebbe aver causato il focolaio. Attorno all’allevamento è stato subito predisposto un monitoraggio di sicurezza sanitario che ha previsto oltre all’abbattimento di tutti i capi dell’azienda contagiata, l’abbattimento di quelli nel raggio di tre chilometri. Attuata, inoltre, una stretta sorveglianza e limitazione della movimentazione del pollame oltre al rispetto massimo delle misure di biosicurezza nel raggio di dieci chilometri per evitare una propagazione del virus agli ulteriori allevamenti vicini.
Due gli allevamenti a contatto posti sotto sequestro martedì con l’ordinanza di abbattimento immediato nonostante dalle analisi i tacchini, peraltro pronti alla vendita, siano risultati assolutamente sani. Nelle prossime ore più di 26mila volatili verranno abbattuti tramite anidride carbonica per anossia nel rispetto dei principi della rapidità dell’azione e della garanzia della minor dispersione possibile del virus nell’ambiente.
Si tratta del terzo caso registrato in sei mesi nel mantovano. I due casi precedenti erano stati individuati a Monzambano a febbraio con l’iniziale abbattimento di circa 35mila tacchini seguito poi dall’abbattimento di altri 300mila capi presenti in cinque allevamenti posti all’interno della zona di protezione. Da sfatare allarmismi di ogni genere; nessun pericolo per la salute dei consumatori.(Serena Cauzzi)
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