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Rogo nelle Valli, trovati i responsabili: una leggerezza

Sopralluogo della Forestale: l'incendio causato da alcuni abitanti che hanno bruciato sterpaglie da smaltire

di Giancarlo Oliani
2 minuti di lettura

MANTOVA. Identificati i presunti responsabili dell’incendio che, nei giorni scorsi, ha distrutto quindici ettari di canneti nelle valli del Mincio a Rivalta. Non si tratterebbe, secondo quanto accertato dai carabinieri della Forestale, dell’azione di uno o più piromani, ma di una scellerata leggerezza da parte di qualcuno che abita in zona. Qualcuno che, dopo aver ammucchiato fieno e foglie secche, li ha bruciati a pochissima distanza dalla riserva naturale.
Da lì le fiamme si sono estese ad un’area molto più vasta, causando un vero e proprio disastro ambientale, con un numero incalcolabile di uccelli, mammiferi e anfibi morti.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Rivalta, rogo devasta i canneti nelle Valli del Mincio]]


L’ipotesi del dolo sarebbe stata accantonata dopo che nella giornata di ieri i carabinieri della Forestale hanno effettuato un più accurato sopralluogo nell’area distrutta dalle fiamme. Non sono stati trovati inneschi sospetti - a confermarlo è lo stesso colonnello Alberto Ricci della Forestale - ma è stata rilevata la presenza di due mucchi di cenere che fanno pensare ad un fuoco acceso per smaltire foglie e ramaglie. Un fuoco sfuggito di mano. Ecco che quindi l’attenzione si è spostata su alcuni abitanti del luogo che rischiano una denuncia per danneggiamento. Gli esiti dell’indagine saranno comunque consegnati in Procura tra oggi e domani.

Rogo nelle Valli del Mincio, l'intervento delle guardie del Parco


L’allarme è scattato alle 21.30 di venerdì sera quando alcuni abitanti della zona si sono accorti dell’incendio che stava divampando tra i canneti di fronte a via Settefrati. L’intervento dei vigili del fuoco e delle guardie del Parco del Mincio è stato tempestivo, ma non è stato possibile raggiungere il centro della palude.
Da qui la decisione di mobilitare i mezzi aerei per il giorno dopo. In azione un elicottero del servizio antincendio della Regione. Dopo circa due ore di volo e 35 lanci da 500 metri cubi d’acqua ciascuno, il disastroso rogo è stato spento.
Le Valli del Mincio non sono nuove a questo tipo di calamità, ma non era mai accaduto che un incendio venisse appiccato a giugno. Da qui un ulteriore sostegno all’ipotesi che si tratti di un rogo scoppiato per cause accidentali anche se penalmente perseguibili.
Le Valli del Mincio, lo ricordiamo, sono una delle zone umide più importanti d’Europa. La loro ricchezza risiede nella varietà di specie che hanno messo su casa in mezzo ai canneti.
Tra i residenti più affezionati segnaliamo gli aironi rossi. Nel marzo di quindici anni fa la colonia, fondata quasi vent'anni prima, nel bel mezzo del Lago Superiore, fu completamente distrutta. Più di cento i nidi carbonizzati.
Ma c’è anche il falco di palude, lo svasso maggiore, le folaghe, le gallinelle, i passeriformi, il cigno reale e tutti gli anatidi (quest'anno anche il canapiglia). All’inizio di giugno la maggioranza delle uova è già schiusa, ma molti uccelli sono appena nati e non sanno ancora volare.
Il danno alla fauna è dunque incalcolabile e poiché l’incendio è divampato vicino alla terraferma e ha sfiorato un bosco, tra gli animali carbonizzati potrebbero esserci anche dei piccoli mammiferi, tra cui ricci e scoiattoli rossi.

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