Il rebus Cartiera: «Ecco perché bisogna rifare tutto»
Rabitti mette in fila le conclusioni del Politecnico e attacca: «Non si può modificare un’Aia illegittima. Ora il riesame»
di Igor Cipollina
MANTOVA. Il paradosso ha la traiettoria accidentata di uno scioglilingua: «Una modifica sostanziale di una modifica non sostanziale di un’autorizzazione che il Politecnico ritiene non legittima». Così per l’ingegnere Paolo Rabitti, consulente tecnico di Italia Nostra, Isde-Medici per l’Ambiente, Coordinamento comitati ambientalisti Lombardia e più di 260 cittadini nel ricorso contro l’Aia trasferita da Burgo a Cartiere Villa Lagarina (Pro-Gest) lo scorso agosto. Sotto la lente ci sono la conferenza di servizi bis avviata per esaminare la proposta di modifica sostanziale all’Aia 2016 – con cui Pro-Gest dice di volersi allineare alle conclusioni del verificatore del Tar – e la contestuale richiesta della Provincia al Tribunale perché, alla luce dei nuovi sviluppi, rinvii la sentenza del 21 giugno. Rabitti interviene a contestare la legittimità dell’operazione, mettendo in fila le conclusioni dello stesso Viganò, il verificatore scelto dal Politecnico di Milano su indicazione del Tar. E lo fa in un commento alle ultime memorie presentate da Pro-Gest e Provincia.
Si procede a ritroso partendo dall’atto dirigenziale del 25 agosto 2016 «di rilascio e contestuale voltura dell’Autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell’articolo 29 octies comma 3 lettera a) comma 4 lettera d) del decreto legislativo 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni già rilasciata con atto dirigenziale del 2014». Niente paura, il decreto legislativo 152 è il Codice dell’Ambiente, mentre i commi citati si riferiscono rispettivamente: alla necessità del riesame sull’installazione nel suo complesso «entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle Bat (migliori tecnologie disponibili)», e comunque quando lo esigano «sviluppi delle norme di qualità ambientali o nuove disposizioni legislative comunitarie, nazionali o regionali».
Il nastro va riavvolto fino al 2014, l’anno del rinnovo dell’Aia alla Burgo e del decreto legislativo 46 che ha modificato la normativa ambientale (aprile). La fase istruttoria del procedimento amministrativo si era conclusa prima dell’entrata in vigore della nuova legge, ma l’autorizzazione era stata rilasciata dopo (giugno). Annota quindi Viganò: l’Aia 2014 non risulta «pienamente conforme alla nuova normativa». L’incenerimento dei rifiuti, ad esempio, era classificato ancora come attività non assoggettabile ad Aia, mentre per la norma modificata lo è. Morale, nel 2016 la conferenza di servizi avrebbe dovuto riesaminare l’autorizzazione come previsto dal Codice dell’Ambiente. Non solo, a settembre del 2014 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea vennero pubblicate le decisioni sulle Bat riferite alla fabbricazione di carta. Secondo motivo per cui la conferenza di servizi del 2016 avrebbe dovuto riesaminare l’Aia del 2014 (entro 4 anni dalla pubblicazione).
Ma così non è stato, per cui conclude il verificatore che sussistono ancora le condizioni «ai fini del riesame», affondando di fatto l’Aia 2016. Attualmente oggetto della modifica di Pro-Gest e della conferenza di servizi bis. «Il riesame va eseguito per tutta l’installazione» sottolinea Rabitti, mettendo una croce anche sull’ultima autorizzazione per il turbogas. Tutto da rifare.
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