Il saluto di Namaste. «Unire le diversità»
L’onlus impegnata sul fronte pace e accoglienza. Gestisce un centro di ascolto e sostiene le persone disagiate
Elena Caracciolo
Valorizzare le diversità e diffondere un messaggio di pace. È l’imperativo dell’associazione Namaste di Ostiglia, che da oltre vent’anni con i suoi volontari porta avanti servizi come un centro di ascolto, una casa di accoglienza, un punto distribuzione di vestiti e cibo, manifestazioni e progetti con le scuole, rivolti sia a persone italiane che straniere, senza alcuna barriera.
Dalla parola originaria Namasté, un saluto della zona di India e Nepal, è stato volutamente tolto l’accento. «Volevamo renderla più simile a una parola dialettale – spiega il presidente Azzolino Ronconi – per rendere ancor più evidente la volontà di mescolare le cose, valorizzando però le origini, come lo spirito dell’associazione. La nostra storia nasce negli anni Settanta, quando un gruppo di ragazzi giovani, di cui facevo parte, di diverse appartenenze culturali e politiche stava cercando un modo per unire le differenze e non per combatterle. Proprio a Ostiglia all’inizio degli anni ’80 abbiamo fondato il movimento iniziative di pace Mip, lavoravamo uno a fianco dell’altro, organizzavamo eventi e manifestazioni, e con il passare del tempo ci siamo accorti che potevamo fare ancora di più».
Nel 1998 Namaste viene fondata ufficialmente, la sede è in via Vittorio Veneto, e da subito si allarga, dando il via a nuovi servizi aperti a tutta la comunità ostigliese. Tra i principali, ad oggi attivi, c’è la gestione di un Centro di ascolto con operatori volontari formati e preparati, aperto cinque o sei giorni a settimana in base alle necessità, ed oltre agli orari di apertura programmati è possibile anche prenotare per urgenze particolari. A questo si affiancano l’accompagnamento a persone straniere per l’inserimento nel territorio, in collaborazione con i servizi sociali del Comune e altre realtà, un punto di distribuzione di indumenti e alimenti, aperto qualche ora a settimana e sempre gestito da volontari che si occupano della raccolta e consegna dei beni.
L’associazione gestisce inoltre un Centro di prima accoglienza formato da un appartamento e, non da ultimo, organizza nel corso dell’anno iniziative di promozione dei valori della pace, della giustizia, dell’accoglienza e della solidarietà, attraverso manifestazioni, convegni, ed anche con la partecipazione, insieme ad altre associazioni e con il coordinamento del Centro servizi del volontariato mantovano, alla realizzazione di progetti di educazione con vari istituti scolastici della provincia.
«Siamo una cinquantina di volontari – prosegue il presidente – e teniamo a precisare che i servizi che offriamo sono aperti a chiunque ne abbia bisogno. L’attività è aumentata molto tra il 2008 e il 2009, con l’incremento di persone che da un giorno all’altro si sono trovate senza più un lavoro e magari una casa, senza protezione sociale. Cerchiamo continuamente di portare messaggi di pace, di onorare le diversità, e tre anni fa mentre mi trovavo in una scuola ed ho pronunciato il nome Namaste, una ragazzina indiana mi ha fatto un regalo bellissimo, mi ha raccontato che il suo papà le aveva spiegato che questa parola significa che io ti guardo con gli occhi che vorrei tu avessi quando tu guardi me».
L’associazione sopravvive grazie al cinque per mille e ad alcune donazioni che arrivano da privati cittadini.
«In questi oltre diciotto anni di attività, abbiamo incontrato ed assistito molte centinaia di persone, in buona parte straniere ma non solo. Il nostro è un centro aperto – sottolinea con orgoglio Azzolino Ronconi – senza alcun filtro, con accesso diretto. Le richieste più frequenti sono quelle di contributi economici, di aiuto per la ricerca di casa e lavoro, per trovare servizi che rispondano a bisogni specifici. Ci stiamo veramente dando da fare, e se è vero che in alcuni casi la diversità può creare rischi ed ansie, noi crediamo sia altrettanto vero possa portare ad ottime occasioni di incontro e crescita».
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