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Una truffa con la Porsche incidentata

La supercar in carrozzeria, il furto simulato e l'indennizzo: l'ennesimo meccanismo diabolico pensato per far soldi

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MANTOVA. Non si sa a quale genio del male si sia ispirato. Sta di fatto che Piervittorio Belfanti - secondo le carte in mano alla Procura - cercava di moltiplicare le supercar e le relative targhe. Un meccanismo complesso, quasi diabolico, per far soldi in modo sporco.

Parlando con Alessandro Nicasi, gli ha suggerito una truffa all’assicurazione con una Porsche Macan che quest’ultimo aveva in affitto. L’auto, coinvolta in un incidente, era in riparazione in una carrozzeria. Ecco l’idea di Belfanti: applicare la targa a un’auto gemella, farla circolare in modo vistoso in modo da prendere qualche multa, simulare il furto con la compiacenza di un assicuratore e incassare il relativo indennizzo. Come nella macellazione del maiale, nulla si butta alle ortiche.

I pezzi e il motore della Porsche apparentemente rubata sarebbero poi stati rivenduti.

Seconda opzione: simulare un incidente. In questo caso Belfanti si è impegnato, oltre che a coinvolgere un assicuratore, a procurare false fatture di riparazione della Porsche prima di rimetterla in strada.

Ma sentiamo i diretti protagonisti discutere in un’intercettazione telefonica.

Nicasi: «Mi fai un favore, mi sistemi la Macan?».

Belfanti: «L’avrei già sistemata ventotto volte. Per farlo devo soltanto cambiarla con una macchina rubata perché c’è da spendere troppi soldi: 18mila euro di ricambi più la manodopera».

Belfanti ha una soluzione a ogni problema: «Possiamo giocarcela in due modi: se mi dice che gestisce lui (l’assicuratore) con il perito, io faccio la polizza kasko, furto e incendio e poi decidiamo se fare il sinistro o il furto».

Un dilemma non da poco.


 

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