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Minoranze contente a metà. Ora si affronti Porta Cerese

Ok delle opposizioni alla soluzione individuata dal sindaco per l’ex autostazione. Resta il nodo viabilistico: l’avremmo sciolto se Esselunga non si fosse spostata

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. L’Operazione piazzale Mondadori, con il supermercato Esselunga che consente di chiudere una ferita aperta da anni a due passi dal centro storico e che consente al Comune di ottenere una serie di benefit (ex palasport e parcheggio Mondadori in arrivo gratis), riceve il plauso dell’opposizione in via Roma. Tutti, da Forza Italia ai Cinquestelle, dai civici bulbarelliani alla Lega ai civici di de Marchi e Grandi, sottolineano, chi più chi meno, i risultati positivi che si otterranno. Tutti, però, dopo aver richiamato il centrosinistra alle sue responsabilità passate, puntano il dito su un problema che piazzale Mondadori lascia irrisolto: il nodo viabilistico di Porta Cerese.

«È un’operazione buona e non ho difficoltà a dirlo - afferma il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri -. Questa volta la toppa è migliore del buco e va a risolvere una situazione disastrosa creata dallo stesso centrosinistra con due errori: il destino del palasport decreto da Burchiellaro e la lottizzazione di piazzale Mondadori voluta da Fontanili. Adesso, però, va affrontato e risolto il problema di Porta Cerese dopo aver abbandonato il progetto di Victoria sul sottopasso, ricordo accompagnato dai rendering e dai buoni spesa di Esselunga inviati a domicilio. E chiedo che si vada presto in aula per modificare la destinazione commerciale dell’area dell’ex palasport, così eviteremo in futuro altri guai. Poi, l’unica bruttura che rimarrà in quella zona sarà l’Arci Bocciofila».

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Anche Alberto Grandi di Comunità e territori plaude a Palazzi per «aver risolto due problemi, Mondadori e palasport, che si trascinavano da tempo. Resta il nodo di Porta Cerese e spero che si stia lavorando anche su questo, anche per trovare la massima condivisione».

Paola Bulbarelli parte con un ringraziamento «alla famiglia Caprotti, che conosco personalmente, per la pazienza che ha avuto ad aspettare, visto che è assurdo quello che è accaduto sino ad oggi». Detto questo, «sono sempre stata d’accordo sul fatto che Esselunga si insediasse al posto del vecchio palasport perché così avrebbe risolto il nodo viabilità in un punto cruciale della città. Oggi le cose vanno diversamente e sono contenta che si metta una pezza su un altro punto delicato di Mantova. Anche se poteva esser fatto prima senza perdere tutto questo tempo. Resta, però, aperto il problema Porta Cerese che è stata la sinistra a creare».

Il leghista Massimo Zera benedice l’intesa Palazzi-Esselunga, ma punta il dito sugli effetti che un supermarket nell’ex autostazione potrebbe avere sul traffico: «Se Esselunga fosse rimasta a Porta Cerese avremmo sciolto quel nodo; nella nuova ubicazione concentrerà traffico: sono curioso di vedere come lo si sosterrà».

«Capisco che possa essere un’occasione per il centrosinistra di risolvere il problema Mondadori da lui stesso creato - osserva Tommaso Tonelli di M5S - ma non è la soluzione che auspicavamo: non abbiamo bisogno di un nuovo supermercato in centro. Esso creerà problemi alla circolazione e ucciderà definitivamente i negozianti di Pradella, reduci da un anno e mezzo di cantieri che li avrà già messi in difficoltà». Anche lui teme il traffico che il punto vendita genererà: «Basti vedere cosa succede alla domenica verso il Gigante con le code lungo la Cremonese...».

Luca de Marchi ricorda che la giunta Sodano aveva proposto «una soluzione per il Te, bloccata da sovrintendenza e Italiana Nostra» e che «tutto nasce dalla cattiva politica del centrosinistra». Ora, «Palazzi porti in aula il progetto perché tutti vogliamo sistemare le schifezze della città», ma «è fondamentale far impegnare Esselunga sui lavori di compensazione».
 

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