Palazzi pronto a stupire ancora «A settembre la mia proposta»
Dopo piazzale Mondadori, il sindaco Mattia Palazzi è pronto a stupire ancora. Questa volta su Porta Cerese, il nodo irrisolto della viabilità d’accesso alla città su cui ora punta il dito l’opposizione

MANTOVA. Dopo piazzale Mondadori, il sindaco Mattia Palazzi è pronto a stupire ancora. Questa volta su Porta Cerese, il nodo irrisolto della viabilità d’accesso alla città su cui ora punta il dito l’opposizione.
«Abbiamo quasi pronta una soluzione per snellire il traffico in quella zona - dice il primo cittadino - che non è il sottopasso. Entro settembre presenteremo l’ipotesi che abbiamo studiato, che costa meno del sottopasso ed è anche meno impattante». Quale sia questa soluzione resta, per ora, un mistero. E Palazzi nulla fa per diradare le nebbie. Un ponte per superare la ferrovia o, addirittura, lo spostamento dei binari?
Palazzi sorride sornione: «Innanzittutto - precisa - nulla c’entra con questa soluzione la bretellina dal rondò di via Parma a Diga Masetti studiata da Polaris. La nostra soluzione sarà prevista nel piano urbano della mobilità sostenibile. Con modelli ingegneristici applicati ai flussi di traffico appena rilevati, stiamo calcolando i tempi di percorrenza sia con il sottopasso che con la soluzione a cui stiamo pensando. Ebbene, i primi dati dicono che entrare e uscire dalla città attraverso Porta Cerese con un sottopasso presenta una differenza di pochi secondi rispetto all’altra soluzione. Il sottopasso sarebbe costosissimo e per essere realizzato servirebbero tre-quattro rotonde. La nostra ipotesi costa molto meno e non è impattante. A settembre, con il progetto presenteremo anche chi paga e diremo quanto tempo si impiegherà per farla».
A tal proposito, Palazzi si sbilancia su alcune cifre: «Con alcuni interventi sulla rete stradale e con l’autorizzazione di Rfi si spenderebbero 1,5 milioni di euro per fluidificare il traffico, a cui andrà aggiunto un altro milione e 100mila euro per interventi di nuova tecnologia e di modifiche ai semafori senza sventrare Valletta Valsecchi».
Quanto al vecchio progetto di viabilità legata al supermercato Esselunga, «è evidente - dice il sindaco - che furono politicamente vendute opere che nessuno avrebbe pagato. Un pò come Totò con la fontana di Trevi». Si riferisce al fatto che «Esselunga, come ha detto l’altro giorno il suo direttore, mai si era impegnata a spendere 11 milioni per il sottopasso. Non esistono, infatti, atti in questo senso, ma non mi interessa polemizzare con la vecchia giunta di centrodestra». (Sa.Mor.)».
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