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In 5 per 180 anziani: sos dal Club delle Tre Età

L’assistenza è garantita ogni giorno, ma ora i numeri risicati rischiano di incidere sui servizi. Il supporto: dalla spesa ai pomeriggi al parco, fino al trasporto verso le strutture ospedaliere

di Alice Liana Galli
3 minuti di lettura
I volontari del Club: da sin. Cristina Rizzi, Bruna Mora, Cristina Bellotti, Luciano Tonelli e Alfredo Riviera 

MANTOVA. Il loro servizio di assistenza è fondamentale, ma oggi sono solo cinque i volontari del Club delle tre età che devono fronteggiare ogni giorno i problemi di 180 anziani in difficoltà. Oggi la onlus gestisce un giro di anziani estremamente ampio, ma le forze lavoro sono insufficienti per poter garantire a tutti le attenzioni di cui necessitano. Tra i compiti dei volontari (pensionati ma anche lavoratori) che decidono di dedicare parte del loro tempo per aiutare chi è in difficoltà, troviamo apparentemente semplici mansioni come la spesa quotidiana e pomeriggi al parco, ma anche il trasporto verso strutture ospedaliere in città e nella provincia fino a Villafranca e Verona, l’accompagnamento al centro diurno e l’organizzazione di gite, vacanze e feste.

Il numero ridotto di persone impegnate, però, rende difficile la gestione di tutte le richieste. «Manca la cultura del volontariato», racconta una delle volontarie che da anni si dedica con passione al servizio degli altri. «Alleggerire le famiglie ed essere di sostegno per le persone sole»: questa la missione principale dei membri del Club delle tre età. Una giornata tipo nella sede del Club, inizia con il servizio “Una voce amica”, che prevede che i volontari contattino quotidianamente gli anziani per accertarsi delle loro condizioni, per sapere se c’è qualcosa che si può fare per essere loro d’aiuto ma anche per scambiare due chiacchiere.

Durante il periodo estivo è necessaria una maggiore attenzione a causa delle elevate temperature che mettono a rischio le condizioni precarie di molti anziani. Per questo i volontari s’impegnano a contattarli per dar loro dei suggerimenti su come affrontare al meglio il caldo in città: «Suggeriamo di uscire nelle ore più fresche, bere tanta acqua, mangiare frutta e verdura e accendere il condizionatore; nel caso questo mancasse, ci occupiamo noi di portare all’anziano un ventilatore e qualche cassa d’acqua che viene offerta dal Comune per le persone in difficoltà» racconta Cristina Rizzi, una delle due operatrici che si occupano delle telefonate.

«Nelle giornate più calde li andiamo a prendere e li portiamo a Belfiore dove è un po’ più ventilato e dove gli anziani hanno modo di stare in compagnia, spesso infatti sono soli e questa è una buona occasione per socializzare» continua. La solitudine, infatti, rappresenta uno dei gravi problemi che ruotano intorno alla figura dell’anziano. Per una corretta gestione di tutti gli assistiti l’associazione ha creato un sistema di catalogazione che prevedere una specifica scheda per ogni anziano, scheda nella quale sono contenute tutte le informazioni personali: generalità, indirizzi, numero di telefono, quadro medico e situazione familiare: tutte informazioni necessarie per garantire il miglior servizio possibile. Spesso infatti gli assistiti, data l’età avanzata, lamentano dolori e i volontari consultando la scheda dell’anziano hanno la possibilità di contattare il medico e di riportare all’anziano ciò che il dottore suggerisce.

A sottolineare l’importanza del lavoro dei volontari sono le parole di Ida Ferrari, una delle anziane che da anni è seguita dai volontari del Club delle Tre età: «Ho avuto bisogno di loro a causa di una brutta caduta che mi ha costretta a letto per più di otto mesi. Loro sono sempre stati al mio fianco. I volontari sono molto disponibili, ci sono sempre per chi ha bisogno di aiuto- continua la signora Ida - sono i nostri angeli custodi».

«L’esperienza del volontariato ti segna, non è una cosa facile perché ci si fa carico delle sofferenze, delle preoccupazioni degli altri e questo per un momento mi ha fatto vacillare», racconta Cristina. Dopo aver attraversato un brutto periodo aveva deciso di interrompere la sua attività di volontaria, ma il sostegno degli anziani le ha fatto capire che doveva tornare: «Mi chiamavano al cellulare per sapere come stavo. Il loro affetto e la loro vicinanza mi hanno fatto capire quanto fossi importante per queste persone e quanto profondo fosse il rapporto di fiducia tra noi».

Chiamarli ogni giorno, vederli, essere loro vicino permette agli anziani di sentirsi meno soli e con il tempo il rapporto che si crea con il volontario è intimo e personale: «Ci considerano parte della famiglia, sanno che con noi possono essere liberi di confidarsi senza temere di essere giudicati: questa è la chiave di un buon rapporto di fiducia». Se per gli anziani il volontariato rappresenta un aiuto quotidiano assolutamente insostituibile, per chi decide di mettersi in gioco in questa esperienza è un’occasione per rendersi utili e creare legami profondi, imparare a conoscere gli altri e confrontarsi con nuove realtà.

Per intraprendere un nuovo percorso come volontario è sufficiente contattare Luciano Tonelli (0376-262975), presidente del Club delle tre età, o presentarsi direttamente nella sede dell’associazione in via Indipendenza 2.

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