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No slot ancora contro il Comune: «Così aiuta le multinazionali»

Anche il coordinamento mantovano attacca Curtatone per il progetto annunciato contro le ludopatie. «Sbagliato favorire con incentivi il gioco responsabile: è un programma degli stessi big dell’azzardo»

di Francesco Romani
1 minuto di lettura

CURTATONE. Dopo il comitato nazionale No slot, sceso in campo con il suo fondatore e coordinatore Simone Feder, ora è il coordinamento No slot mantovano che punta il dito contro il piano del Comune di Curtatone.

Reo di avere premiato, assieme agli esercizi che non hanno nel proprio locale macchinette da gioco, anche quelle che promuovono il “gioco responsabile”, come ha spiegato l’assessore al welfare Angela Giovannini segnalando i casi problematici e partecipando a corsi informativi.

Ma il coordinamento, che riunisce nel Mantovano oltre 8mila aderenti e simpatizzanti fra scout, Acli ed un’altra decina di sigle del volontariato, esce allo scoperto per rivelare una storia diversa.

«Il Comune di Curtatone ha deciso di concedere sgravi fiscali nell'ordine del 20% sulle imposte rifiuti a quegli esercenti che, nei loro locali, applicano il cosiddetto "gioco responsabile" – spiega Giuseppina Nosè a nome del Comitato –. La concessione di questo beneficio sembrerebbe frutto di una scelta isolata, in netta controtendenza rispetto agli incentivi in atto messi in campo da Regione Lombardia per sostenere gli esercenti no-slot e disincentivare l'installazione di slot machine - video lottery terminal (Vlt)nei pubblici esercizi. Un scelta che parrebbe più orientata a promuovere il marketing indotto dallo slogan fuorviante "gioco responsabile", che a sostenere, invece, azioni realmente efficaci nel contrasto al gioco d’azzardo patologico».

Il coordinamento no slot “gioco responsabile” è in realtà «un programma di autotutela preventiva da azioni risarcitorie finanziato dai grandi concessionari dell’azzardo italiano ed europeo: Lottomatica, Eurobet Goldbet, Sisal, Novomatic . Nei loro bilanci sociali, questi colossi da miliardi di euro di fatturato esibiscono con orgoglio la loro presunta “sostenibilità sociale” e il loro “impegno” per un “gioco responsabile”».

A Curtatone esistono sale gioco di queste multinazionali che ospitano «pericolosissime vlt, macchine super veloci che comportano per chi cade nella spirale dell’azzardo perdite fino a 10 euro al secondo arrivando a perdere “responsabilmente” fino a 18mila euro l’ora”. L’assessore al welfare di Curtatone dovrebbe distinguere: ci sono esercenti e esercenti. Ci sono quelli che le slot se le tengono (e andrebbero sensibilizzati e convinti a toglierle), quelli che non le hanno per scelta (e vanno premiati), quelli che chiedono un aiuto per toglierle e poi ci sono multinazionali che hanno i loro tentacoli sui territori e, oltre ai ricorsi, cercano in ogni modo di condizionare ogni azione di contrasto perché va bene che tutto resti così. Fanno il loro business e il loro interesse, d’altronde. Ma noi, che interesse facciamo? Perché si va a premiare il loro giochetto “irresponsabile?».
 

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