Schivenoglia al voto sui maiali: paese diviso da accuse e tensioni
Alle urne entro settembre. I favorevoli: porterà occupazione e sviluppo. Disagi limitati e superabili. I contrari: un progetto non convincente, creerà inquinamento e segnerà il destino della zona
di Francesco Romani
SCHIVENOGLIA. Sul cancello di una casa è comparso lo striscione “No guget”, no ai maiali. E nel bar del paese, davanti a un bicchiere, ormai è l’argomento quotidiano: «Siamo diventati famosi in tutta Italia per delle porcilaie». Un argomento che fa sorridere alcuni: «Qui la puzza ce l’abbiamo già», ma che per altri è divenuto motivo di scontro con gruppi ormai polarizzati che faticano a salutarsi in piazza. Siamo a Schivenoglia, 1.200 abitanti dei quali circa mille elettori.
Saranno loro in autunno, forse già il 24 settembre a recarsi alle urne nella consultazione popolare che dovrà approvare o meno l’insediamento sul territorio di un allevamento intensivo di 10.600 maiali che si aggiungeranno agli 8mila già “residenti”. Il parere dei cittadini sarà determinante perché il sindaco, Katia Stolfinati, a fronte della crescente protesta e con un paese ormai diviso ha anticipato che terrà conto dell’indicazione del voto. Se sarà no, la proposta del privato, sarà bocciata, se sì, si andrà avanti.
Per capire cosa divide i cittadini occorre fare un passo indietro.
LA SOCIETA’ PROPONENTE. Chi vuole il nuovo allevamento è la “Società agricola Biopig Italia”, sede a Nogara, nel Veronese ed attiva dal 2008. Con 3,6 milioni di conferimenti, è rappresentata da un socio amministratore, Luigi Cascone, 58enne di Casola di Napoli, e dai suoi familiari. Ha 5 unità locali e 3 addetti, dei quali due a Gazzo Veronese ed uno a Schivenoglia, dove l’azienda ha dal 2009 un altro allevamento con circa 5mila maiali ed un annesso biogas per la produzione di energia elettrica. La famiglia amministra anche la società Porcellino d’oro, sempre a Nogara. Il legame allevamenti-produzione di energia caratterizza le proposte fatte a Zerbinate, nel Ferrarese, a Ceneselli, nel Rodigino, a Gazzo Veronese. Le altre due unità locali sono a Villimpenta.
I PROGETTISTI. Il Comune dal 2011 è dotato di un Pgt che vieta espressamente di insediare nuovi allevamenti suinicoli. Redattore del Pgt fu l’architetto mantovano Rosolino Pigozzi che è anche il progettista-urbanista del nuovo progetto Biopig. Il progetto tecnico è invece del geometra Stefano Negrini di Nogara, oggi tornato sindaco di Gazzo Veronese a 8 anni di distanza dall’arresto che lo colpì come sindaco del piccolo paesino (con altre 5 persone e 84 indagati) con l’accusa di associazione per delinquere e abuso d’ufficio. “Sono indagato per avere fatto tutto ciò che si poteva fare al solo fine di esaudire le legittime richieste dei cittadini” scrisse nella lettera di dimissioni patteggiando poi la pena di due anni nel 2011. Secondo l’accusa, su 41 pratiche edilizie visionate, 28 risultarono irregolari. Fra queste capannoni per maiali in aree archeologiche.
L’ACQUISTO DEI TERRENI. Il nuovo impianto sorgerebbe in fregio a quello esistente, in via Bossoline (strada privata collegata con la provinciale 40 attraverso via Malpasso) con cinque porcilaie per oltre 13mila metri coperti e quattro vasche di stoccaggio liquami da quasi 20mila metri cubi. La superficie aziendale è di oltre 31 ettari ed è stata acquistata dalla Biopig nell’aprile dello scorso anno. Il progetto è stato presentato pochi mesi dopo, l’11 luglio. Essendo vietata nel Pgt la costruzione di nuovi allevamenti, la ditta ha chiesto una deroga che renderà necessaria una variante del Piano generale del territorio ed il voto del consiglio comunale.
LE PRIME VALUTAZIONI. In periodo ferragostano, il 18 agosto 2016, la giunta comunale prende atto della presentazione del progetto ed avvia la Valutazione ambientale (Vas) dandone informazione solo online. A novembre non è arrivata alcuna osservazione e si tiene la prima conferenza che dura 45 minuti. Un’ora sarà invece la durata della seconda conferenza subito dopo Capodanno, il 3 gennaio scorso. Cinque giorni dopo il Comune emette il “parere motivato” circa la positiva compatibilità ambientale del progetto. Sembra tutto avviato verso l’ok.
LA “VIA” PROVINCIALE. Il 17 marzo scorso la procedura fa un altro passo avanti. Parte la Valutazione d’impatto ambientale (in capo alla Provincia) e la prima riunione si tiene il 18 maggio. Nel frattempo però, dopo che la Gazzetta ha dato le prime notizie, si costituisce un comitato di cittadini (G.A.E.T.A.) che contesta insediamento e modalità d’informazione. Le criticità emerse fanno quindi sospendere alla Provincia l’iter della Via in attesa di integrazioni che andranno presentate entro agosto.
COSA DICONO I CONTRARI. Il Comitato ed i cittadini contrari, sostengono che il carico ambientale e di traffico è troppo per un piccolo Comune il cui futuro sarà segnato. Si prevedono emissioni di 62 tonnellate l’anno di ammoniaca, 35 di metano, una tonnellata di polveri e anche 2 di protossido di azoto (il cosiddetto “gas esilarante”). Camion, trattori ed autobotti percorreranno quasi 100mila km l’anno per 50 anni (la vita operativa dell’impianto) emettendo 58 tonnellate di biossido di carbonio ogni anno. E questo in aggiunta alla situazione esistente che vede oltre 8mila maiali, che cresceranno a quasi 20mila se passa il progetto per 1.200 abitanti. Traffico significa pericoli, ma anche strade dissestate a fronte di soli 2.500 euro di tasse che il nuovo impianto pagherà, essendo agricolo, e soli 2 assunti. Al Comune viene imputata la colpa di non avere avvertito i cittadini con incontri o assemblee pubbliche, e di essersi schierata apertamente con l’azienda, quando avrebbe dovuto restare neutrale.
COSA DICONO I FAVOREVOLI. Chi sostiene il progetto valuta che la conservazione della situazione esistente «porterà inevitabilmente alla morte economica del paese”. Il nuovo allevamento, oltre che assunzioni e introiti, porterà indotto all’agricoltura locale. Inoltre Biopig si è dichiarata disposta a compensazioni aggiuntive, l’asfaltatura di via Bossoline, la creazione di un boschetto, la valorizzazione della vicina cava e soprattutto la bonifica dell’ex latteria agricola, per la quale è già stato stilato un compromesso d’acquisto. Il traffico aumenterà solo debolmente, meno di due camion all’ora, sarà redatto un piano viabilità e gli spandimenti saranno controllati da una commissione. Il Comune si è detto favorevole (“se lo saranno anche gli enti proposti”) e lamenta le accuse “strumentali, il disfattismo e l’ironia” di Comitato e minoranza consiliare. Premesse che preannunciano un autunno caldo nel paese che si prepara a voto.
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