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Una classe senza stranieri: polemica alle elementari

Gli immigrati tutti in un’altra sezione. Una mamma: «Vogliono ghettizzare?». La scuola respinge i sospetti: «La separazione solo per motivi organizzativi»

Alice Liana Galli
1 minuto di lettura

MANTOVA. Una classe di soli italiani e un’altra in cui metà degli alunni sarà straniera. Succederà da settembre alla Pomponazzo e la decisione sta animando polemiche tra i genitori. L’istituto però chiarisce che dietro alla scelta ci sono semplici ragioni organizzative.

Andiamo con ordine. Francesca Schiavi, mamma di un alunno della scuola, nei giorni scorsi ha scritto una lettera che è stata pubblicata sul nostro giornale nella quale chiedeva un chiarimento al dirigente dell’istituto riguardo alla formazione delle future classi prime. Il problema evidenziato riguardava la suddivisione dei bambini delle sezioni A e C che prevedono entrambe i rientri pomeridiani: nella sezione A gli alunni saranno tutti italiani mentre nella C più della metà della classe sarà composta da stranieri. La madre, preoccupata che alla base della suddivisione ci fosse la volontà di “ghettizzare” gli studenti stranieri, chiedeva una spiegazione al dirigente dell’istituto comprensivo Levi, di cui la Pomponazzo fa parte. All’appello della mamma risponde il vicepreside Salvatore Petronaci: «Prendiamo le distanze da questi sospetti – afferma l’insegnante – abbiamo la più alta percentuale di alunni in difficoltà e studenti stranieri di tutta la provincia: siamo la scuola dell’accoglienza. La suddivisione nelle classi è stata fatta secondo le indicazioni delle maestre della scuola dell’infanzia e le preferenze delle famiglie che hanno più di un figlio iscritto nell’istituto, dal momento che la sezione A ha i rientri il martedì e il giovedì pomeriggio mentre la C il lunedì e il mercoledì».

Il tema è quello dell’integrazione nelle scuole a cui fanno da sfondo svariati aspetti: da una parte i timori di possibili rallentamenti nella didattica, dall’altra - ben più rilevanti - le necessità di dare uguali opportunità a tutti e di educare alla convivenza e al rispetto. Un tema molto sentito, come dimostra il fatto che, quando la stessa madre ha riproposto su Facebook la lettera inviata al giornale, si è scatenata una pioggia di commenti, alla quale hanno preso parte anche altri genitori.

Tra le ipotesi avanzate per motivare la scelta del dirigente di dividere gli alunni in modo così netto, c’è la possibilità che ci sia il desiderio da parte di alcuni genitori di non mettere i figli in una classe mista, ma il vicepreside smentisce: «Non c’è stata alcuna richiesta di questo tipo da parte dei genitori, assolutamente nessuna». Dunque, spiegano dalla scuola, non si è trattato nemmeno di una scelta didattica per venire incontro alle difficoltà linguistiche dei bambini stranieri o per non costringere i compagni italiani a rimanere indietro con il programma.
 

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