Nei conti del Comune di Asola 70mila euro di multe in più
La variazione è passata con il no dell’opposizione Busi: «Cittadini tartassati, ma così si drogano le entrate»
di Francesco Romani
ASOLA. Il Comune aumenta ancora la quota prevista di sanzioni amministrative per «violazioni del codice della strada». Ora le multe previste per il 2017 balzano da 270 a 340mila euro, la cifra più alta mai raggiunta negli ultimi sette anni. La lista d’opposizione “Moderati per Busi” ha votato contro ritenendo che questa manovra alla fine “droghi” le entrate creando un’inutile vessazione nei confronti degli automobilisti. Recentemente Asola, per conto di 6 Comuni, ha acquistato per 47mila euro il nuovo autovelox “scout speed” che si isntalla a bordo di un’auto in movimento.
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«Il motivo è semplice – spiega il capogruppo Giordano Busi –. Si vede, numeri alla mano, che più si aumenta il numero delle multe e meno la gente, alla fine, le paga creando un circolo vizioso. Quando un’amministrazione decide di aumentare la previsione delle entrate con le multe dà un chiaro segnale che si vuole sanzionare di più. E il corpo della Polizia locale in questo caso è solo uno strumento nelle mani della scelta degli amministratori. Ma un altro effetto “nascosto” è che all’aumento delle entrate in bilancio non corrisponde un analogo incasso. In pratica si elevano sempre più multe, ma la gente paga sempre meno. E siamo passati dal 100% del 2013 al 45,94% dell’anno scorso. Aumentando le entrate si possono fare più spese, ma poi in cassa questi soldi non entrano e così si “droga” il bilancio».
La progressione delle multe accertate ha avuto un picco nel 2011 con 152mila per poi scendere a 120mila nel 2012, e addirittura a 50mila nel 2013 e 87mila nel 2014. Il boom si è avuto nel 2015 con 211mila, e poi l’anno scorso con 242mila. Quest’anno si è balzati a 340mila. Ma mentre negli anni precedenti, quando l’importo delle multe era complessivamente più basso chi pagava realmente rappresentava almeno i due terzi, con punte del 98 e 100%, con l’impennata dei due anni scorsi la percentuale è scesa al 40% nel 2015 e 46% lo scorso anno.
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