Via libera dalla Regione al corso agroalimentare
L’Its post-diploma accelera: lezioni a partire da ottobre alla Bigattera. Trentasei richieste per venticinque posti, all’orizzonte un test d’ingresso

MANTOVA. Atteso ma non scontato, il via libera della Regione ha accelerato la corsa dell’Istituto tecnico superiore (Its) Agroalimentare di Mantova verso il traguardo di ottobre, quando dovrebbe mettersi in marcia il primo corso di specializzazione post-diploma. «La volontà c’è, adesso ci stiamo preoccupando dei passaggi burocratici» conferma il presidente della fondazione Its Agroalimentare, Fabio Paloschi. Insieme al semaforo verde acceso dalla Regione, l’altra notizia è quella delle 36 richieste d’iscrizione – soltanto un mese fa il conto si fermava a 15 – che superano i 25 posti disponibili. Morale, i candidati dovranno sostenere un test d’ingresso. Per molti ma non per tutti.
Parallelo ai percorsi accademici, il corso d’alta formazione agroalimentare disegna una traiettoria agile: due anni di studio, 1.800 ore distribuite in quattro semestri, lezioni in aula e tanta pratica in azienda (per il 40% del totale), con insegnanti di professione e prestati dal mondo produttivo. La sede sarà alla Bigattera di viale dei Toscani. In “palio” c’è il titolo di tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agroalimentari e agroindustriali sostenibili. Agile ma rigoroso, il percorso dell’Its: al termine di ogni semestre gli studenti dovranno sostenere un esame e chi terminerà con successo i due anni di formazione avrà ottime chance di trovare un lavoro. Delle 38 aziende disponibili ad accogliere gli studenti in stage, 28 sarebbero infatti già pronte ad assumere.
«Da imprenditore agricolo posso dire che avere dei ragazzi formati, che sappiano mettere in campo ciò che hanno studiato è fondamentale per un’azienda – argomenta Paloschi, che è anche vicepresidente della Camera di commercio di Mantova, espresso da Coldiretti – Sono convinto che il connubio tra scuola e mondo del lavoro dia buoni frutti per tutti, per i ragazzi che possono trovare un’occupazione in un orizzonte lavorativo ancora incerto, nonostante il ritornello della ripresa, e per le aziende stesse che una mente giovane e aperta può aiutare a crescere».
Per poter frequentare il corso di alta formazione agroalimentare è necessario avere in tasca un diploma di scuola superiore, essere residenti o domiciliati in Lombardia, e non avere oltrepassato la linea dei 30 anni (età massima 29). Scorrendo l’elenco delle richieste s’incontrano diplomati all’istituto agrario e al liceo scientifico, ma anche laureati in agraria, sia uomini sia donne.
Sono 26 i soci della Fondazione Its agroalimentare, compresa l’Università Cattolica di Piacenza, da cui arriveranno alcuni docenti per le lezioni teoriche. Il direttore del corso di studi sarà Vincenzo Dalai, il coordinatore scientifico del progetto è Maurizio Castelli. Il conto alla rovescia è già cominciato.
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