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Le auto di Belfanti nascoste a Bergamo

Rotti i sigilli alle macchine sequestrate. Blitz di Finanza e Stradale, allevatore nei guai. Il sospetto: era pronto a rivenderle

di Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Sette auto di grossa cilindrata, di cui quattro ancora sotto sequestro, sono sparite una settimana fa dalla Golden Car di Cittadella, l’ex concessionaria di Piervittorio Belfanti, ora gestita da un’altra società. A ritrovarle, nel Bergamasco, la Polizia stradale e la Guardia di finanza di Mantova, al termine di un’indagine lampo coordinata dal sostituto procuratore Alberto Sergi. Denunciato per ricettazione e riciclaggio R.B., un allevatore di 38 anni residente a Seriate.

Le macchine sarebbero state caricate su una bisarca. I malviventi prima di andarsene hanno anche aperto la cassaforte che si trova all’interno degli uffici della concessionaria. Non si sa però cos’abbiano trovato. Soldi, documenti? Gli investigatori stanno cercando di capire. Il sospetto è che l’allevatore bergamasco si sia prestato a piazzare le auto “sporche” che probabili contatti mantovani gli avrebbero procurato nonostante il sequestro. Connivenze e complicità che avrebbero agevolato anche l’operazione. A quanto pare, infatti, il sistema d’allarme non è entrato in funzione nonostante un potente apparato anti-intrusione. O lo conoscevano o si sono serviti di qualcuno che sapeva dove mettere le mani.

Sta di fatto che a ridosso di Ferragosto la bisarca carica le sette auto. Valore complessivo: 300mila euro. Le vetture finiscono nei garage di alcuni amici dell’allevatore che, a quanto pare, non hanno nulla a che fare con il presunto illecito. Tra queste una Bmw X5 e una Mini Cooper super accessoriata, oltre a un’Audi e una Mercedes parcheggiate a casa dalla madre. Alcune erano già targate, altre ancora da immatricolare. A trovarle la Stradale e la Finanza di Mantova che le hanno di nuovo sequestrate. Interrogato dal pm Sergi, l’allevatore ha sostenuto di aver semplicemente acquistato le auto.
 

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