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Biglietteria chiusa e niente caffè: in stazione a Mantova la domenica è nera

La disavventura di un viaggiatore tipo: fuori uso anche gli ascensori in attesa di sostituzione. Ad agosto e settembre fine settimana a ostacoli. Ad alleviare i disagi per qualche ora è l’edicolante

di Igor Cipollina
2 minuti di lettura

MANTOVA. Se fosse una candid camera, potrebbe intitolarsi “La tragicomica domenica di un viaggiatore d’agosto”: protagonista involontario, un ignaro turista che si presenta alla stazione ferroviaria di piazza Don Leoni con gli occhi ancora colmi della bellezza di Mantova, così preziosa e raccolta. Accogliente, pure. Una città che i suoi visitatori vorrebbe tenerli tutti con sé, non farli più partire. Appunto. I guai per l’ignaro turista cominciano in biglietteria: arrivato di slancio allo sportello, con la mano già pronta sul portafogli, è costretto ad arretrare di fronte alla fredda evidenza di un cartello. S’informa che la biglietteria resterà chiusa nelle domeniche di agosto e settembre. Ancora positivo, il visitatore si guarderà quindi attorno alla ricerca di una biglietteria automatica, perché deve esserci una biglietteria automatica, no? Macché. C’era una volta, e non dava nemmeno il resto. L’umore del nostro comincia a caricarsi di una nota nera, ma è pur sempre un turista e quando si è in vacanza la riserva di pazienza è più generosa.

Tanto vale bersi un caffè, perché ci sarà un bar in stazione, no? Anche in questo caso la risposta è no. C’era un bar ma, scaduto il contratto con i precedenti gestori, Centostazioni – la società del gruppo Fs che gestisce l’aspetto commerciale – ha deciso di non rinnovarlo. Non a loro. Pare che all’orizzonte ci sia un nuovo barista, però prima che il locale riapra potrebbero volerci un paio di mesi abbondanti. Dentro c’è tanto lavoro da fare. A questo punto il visitatore è decisamente arrabbiato, con un’ombra di sconcerto a velare lo sguardo che soltanto pochi minuti prima era ancora colmo delle bellezze di Mantova.

Con il suo desiderio insoddisfatto di caffè, ormai rassegnato a comprare il biglietto a bordo – e pazienza se lo pagherà di più, che altro può fare? – il viaggiatore d’agosto si avvia quindi con il suo valigione verso l’ascensore al primo binario. Fuori servizio. È in corso la sostituzione dei tre vecchi elevatori esausti con altrettanti ascensori nuovi, insieme al rifacimento del sottopasso (le banchine sono già state alzate): interventi necessari e attesi, a comporre un maxi-cantiere da 8 milioni di euro, ma di tutto questo all’ignaro turista importa assai poco. Se fosse una candid camera, a questo punto uscirebbe qualcuno da un angolo nascosto a rassicurare il visitatore che è tutto uno scherzo, che può fare il suo biglietto, bersi il caffè e prendere l’ascensore per raggiungere il binario.

Peccato che non sia una candid camera, ma l’ordinaria domenica di straordinario disagio di un turista X, e al suo posto potrebbe esserci il residente Y o la famiglia W, con passeggino al seguito. Al suo posto potremmo esserci noi. Vero, al giorno d’oggi il biglietto del treno lo puoi comprare con lo smartphone, ma la circostanza non ridimensiona il problema, non tutti i viaggiatori sono tenuti a possedere un cellulare intelligente. Fortuna che ad alleviare il disagio c’è l’edicolante, che svolge anche servizio di biglietteria: il 20 agosto ha rinunciato alla chiusura settimanale per tappare i buchi, almeno da metà mattino al primo pomeriggio. E intende replicare anche per le prossime domeniche. Lodevole da parte sua, però nemmeno questo risolve il problema.

Che poi è anche difficile attribuire colpe: il bar è chiuso perché ha bisogno di una ristrutturazione radicale prima d’inaugurare il suo nuovo corso, il maxi-cantiere s’ha da fare (ed Rfi che lo sta gestendo insieme a Centostazioni inviata a contattare la “sala blu”, il punto di accoglienza e organizzazione dedicato a «viaggiatori con disabilità a ridotto mobilità»), dietro alla chiusura della biglietteria ci sarà un calcolo (ecco, forse questo è il punto più debole della catena). Resta l’evidenza che una stazione ferroviaria senza uno straccio di servizio non è il migliore biglietto da visita per Mantova, già capitale della cultura italiana. A proposito, il 10 settembre cadrà la domenica del Festivaletteratura numero 21. Per dire.

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