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Arci Virgilio da salvare: un buco da 100mila euro

Debiti con banche e fornitori, piano di rientro per l’affitto dei locali al Comune. Ora la sopravvivenza è legata al ristorante: la nuova gestione sarà autonoma

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MANTOVA. L’invito pubblico a farsi avanti per gestire l’Osteria del Mago racconta dello sforzo appassionato per tenere in piedi lo storico circolo Arci Virgilio di vicolo Ospitale, la cui sopravvivenza è legata proprio alla riapertura del ristorante. Ma l’invito del direttivo accende inevitabilmente la curiosità: qual è l’esposizione debitoria del Virgilio? Detto altrimenti, quanti soldi ci sono in cassa e quanto è largo il buco nei conti? Curiosità alimentata anche dalle tante voci che si addensano attorno al circolo. «Situazione delicata» è la formula ripetuta dai soci, che tradotto in euro significa circa 100mila euro di debiti con i fornitori del ristorante e con le banche. La cifra è approssimativa, ma l’ordine di grandezza è questo. Un buco che è andato allargandosi nel corso degli anni, anche a causa del tipo di contratto sottoscritto con i gestori dell’osteria (l’associazione in partecipazione), e della spirale perversa che spesso guasta gli sforzi per stare a galla in ulteriori spinte sotto il pelo dell’acqua.

Brutalmente, associazione in partecipazione vuol dire che il gestore del ristorante partecipava agli utili ma non rispondeva dei debiti, poteva rinunciare lasciando ai responsabili del circolo l’onere di saldare i conti con i fornitori. Anche in buonafede. Cancellata dal Jobs Act, l’associazione in partecipazione è stata quindi sostituita con un contratto di assunzione: il contenzioso che oppone uno dei lavoratori dell’ultima gestione al Virgilio configura una causa di lavoro, e l’ingiunzione di pagamento riguarderebbe una cifra contenuta, nell’ordine di alcune migliaia di euro. Notazione necessaria a non scoraggiare eventuali candidati alla gestione dell’osteria: i debiti pregressi appartengono al passato e spetta al Virgilio onorarli, per il futuro il direttivo ha scelto la formula della partita Iva. Il rischio d’impresa sarà del gestore, che al circolo pagherà un piccolo affitto.

Ammonterebbe, invece, a circa 15mila euro il debito nei confronti del Comune, a cui il circolo deve una canone di concessione annuale di 5mila euro. «Il nostro interesse è a recuperare i soldi e, al tempo stesso, fare in modo che il circolo sopravviva per il ruolo sociale che svolge nel quartiere di San Leonardo – assicura l’assessore al bilancio Giovanni Buvoli, senza sbilanciarsi sulle cifre – a questo proposito abbiamo già concordato un piano di rientro del debito e il circolo ha pagato le prime rate». Interesse largo, condiviso dai residenti del quartiere, inatteso e prezioso ma anche isolato rispetto alla città. (ig.cip)

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