Mantova, summit contro il degrado: «Serve una task force tra Comuni»
L’assessore Caprini: «Una parte degli sbandati vive nei centri dell’hinterland». Presto un vertice. Baroncelli: «L’illuminazione del lungorio è servita comunque»
di Nicola Corradini
MANTOVA. Un altro vertice per cercare di trovare una soluzione al problema dei gruppetti di disagiati distribuiti in città. Nel mirino ci sono i soliti frequentatori notturni (ma non solo) dei giardini del Lungorio, di quelli dedicati a Nuvolari e via dicendo. «Convocheremo anche i servizi sociali dei comuni limitrofi, perché una parte di queste persone moleste non risiedono in città» annuncia l’assessore al welfare, Andrea Caprini, che già nei giorni scorsi aveva indetto un’altra riunione su un tema simile: quello con le cooperative che gestiscono l’ospitalità ai profughi.
Certo, occorre fare dei distinguo. Chi passa le notti (ma non solo) sulle panchine dei giardini pubblici, ubriacandosi, sporcando, danneggiando strutture pubbliche e private non sono i richiedenti asilo.
Come spiegato nell’articolo pubblicato sulla Gazzetta di Mantova di ieri, si tratta di gruppi differenziati, che comprendono persone di diversa nazionalità (italiani compresi) e che hanno situazioni sociali e storie diverse tra loro. Si va dai senzatetto, a sbandati dediti agli alcolici (che una casa ce l'hanno) fino a piccoli spacciatori. Non tutti hanno lo stesso comportamento molesto, ma di fatto stanno aumentando i pezzi di centro storico che, prevalentemente di sera (ma anche in pieno giorno), diventano casa esclusiva di questi soggetti. Insomma, la sensazione è quella di una parziale perdita di controllo di questi spazi.
Paradossalmente tra le zone interessate al fenomeno ci sono anche i giardinetti del Lungorio, oggetto pochi mesi fa di interventi di riqualificazione nell’ambito del piano «di rigenerazione urbana» lanciata dall’assessore Lorenza Baroncelli. Lavori intesi al recupero di uno spazio nel centro cittadino che, anche a causa di una illuminazione carente, già negli anni passati era divenuta zona di degrado e poco frequentata col calare del sole. Poi l’illuminazione è stata potenziata e i giardini sistemati. Ma il giro serale non invoglia la frequentazione. Lavoro sprecato?
«Direi proprio di no - risponde la Baroncelli - probabilmente facciamo attenzione a questa cosa proprio perché i cittadini hanno ricominciato a frequentarli grazie all’illuminazione. Col buio, ovviamente, si notavano di meno. In ogni caso quella è stata solo una tappa della riqualificazione (che comprende anche il complesso delle Pescherie). Ci troviamo di fronte a un problema di natura sociale, ma è chiaro che più interveniamo su quegli elementi come l’illuminazione che aumentano il senso di sicurezza, maggiore sarà la frequentazione e minore sarà il degrado». Caprini osserva che «la quasi totalità di queste persone è conosciuta ai servizi e c’è anche una quota di soggetti che risiede in comuni limitrofi. Per questo occorre un intervento in rete dei servizi sociali».
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