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Festivaletteratura, il programma dell'8 settembre

Streghe in tribunale, il processo è servito. Grasso parla di mafia. E Guccini sarà in videoconferenza

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MANTOVA. Geografia raccolta ma ricca, quella di Festivaletteratura, che ha legato la sua formula alla fisionomia della città e ogni anno aggiunge spazi nuovi: l’edizione 2017 entrerà per la prima volta in tribunale con la serie dei “Processi”, nel solco delle iniziative di public history, per riaprire alcuni casi giudiziari del passato, tutti al femminile, attraverso i documenti archivistici. Storici e narratori assumeranno la parte di procuratori e avvocati difensori di casi scabrosi, che all’epoca suscitarono grande clamore. Si comincia l'8 settembre, alle 16.15 nel tribunale di via Poma, con il caso di Giovanna Monduro, condannata nel 1470 e giustiziata l’anno successivo per stregoneria. Il processo a Bellezza Orsini, invece, si tenne nei territori pontifici nel 1528, ma non ebbe conclusione: Bellezza si suicidò in carcere, consegnando ai posteri una confessione sul sabba e un suo manoscritto.

«Due storie emblematiche che riportano alla luce sospetti e pregiudizi con i quali molte donne si scontrarono per secoli e si inseriscono in un quadro geopolitico segnato dal conflitto tra autorità laiche e religiose» si legge nel programma: a riportarle alla luce saranno gli archivisti Danilo Craveia e Michele Di Sivo, coordinati da Elisabetta Bucciarelli. Due storie del passato che interpellano ancora il presente, sollecitando a interrogarsi sul peso dell’opinione pubblica.

Con un salto temporale di cinquecento anni, in piazza Castello alle 11.15 si parlerà di storia recente e irrisolta, una storia criminale densa di silenzi e misteri che ancora intossica il nostro presente: nel venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio, a portare la sua testimonianza sarà il presidente del Senato, Pietro Grasso, che proprio con Giovanni Falcone iniziò a lavorare nel 1991 in qualità di consigliere, dopo essere stato nominato giudice a latere nel maxiprocesso a Cosa Nostra del 1985. Testimonianza resa in forma di racconto e memorie nel volume “Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia”: a confrontarsi con Grasso ci sarà il giornalista Giovanni Bianconi, autore del libro “L’assedio”.

(ansa)


Dalla storia alla finzione, ma con un aggancio solido alle vene nere dell’attualità, alle 18.30, ancora in piazza Castello, Antonio Manzini, l’autore della saga di Rocco Schiavone, intraprenderà un viaggio (letterario) “Roma-Aosta solo andata” insieme a Marco Giallini, l’attore che ha prestato volto e carattere allo Schiavone televisivo su Rai2, e a Luigi Caracciolo. E sempre in piazza Castello, l'8 settembre centro di gravità permanente di Festivaletteratura, alle 16, Ferruccio De Bortoli elaborerà con Valerio Pellizzari il lutto (professionale) della scomparsa dell’inviato speciale, concentrandosi sugli effetti che la mutilazione del reportage ha portato nelle redazioni e nel dna dei giornalisti.

Mutilazione che sta condizionando il modo di raccontare e, di riflesso, leggere il mondo. Compreso quella striscia d’Africa così vicina eppure così lontana dove sei anni fa soffiò prepotente la primavera rivoluzionaria: e fu proprio quella scintilla ad accendere in Shukri al-Mabkhout, accademico e critico teatrale tunisino, il desiderio di rivisitare il precedente periodo di transizione dal regno di Bourghiba a quello di Ben Ali.

L’esito è il romanzo “L’italiano”, affresco di una generazione di giovani sognatori, stretti tra l’ascesa degli islamisti e la repressione di un governo corrotto. A riconferma della circolarità della storia. Shukri al-Mabkhout ne parlerà con l’esperta di letteratura araba, Elisabetta Bartuli. Nel programma odierno di Festivaletteratura ci sarà spazio anche per una riflessione sulla vecchiaia affidata allo psicanalista Massimo Ammaniti, autore del saggio “La curiosità non invecchia. Elogio della quarta età” (alle 10.30 al Bibiena): spesso nascosta e relegata a uno stereotipo di decadimento e rassegnazione, la vecchiaia è “riabilitata” come una stagione di grande esplorazione. Sul palco con Ammaniti ci sarà Paolo Conti.

In coda una pessima notizia per gli estimatori di Francesco Guccini: per motivi di salute il cantautore (e scrittore) non potrà partecipare al Festival, dov’era atteso il 9 settembre, a Palazzo Te per il progetto “La parola che canta”, e domenica in piazza Castello con Loriano Macchiavelli. A lenire un po’ la delusione, al Te parteciperà il suo storico chitarrista Flaco Biondini, assieme ad Alberto Bertoni, e domenica Guccini sarà collegato alla piazza in videoconferenza.


 

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