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Mantova, la Casa di Rigoletto ha bisogno di cure: «Provveda la Curia»

Forza Italia segnala al sindaco le condizioni del palazzo: «Il Comune richiami la proprietà o intervenga al suo posto»

di Nicola Corradini
1 minuto di lettura

MANTOVA. «La Casa del Rigoletto sta andando in malora. Il Comune chieda all’autorità ecclesiastica di provvedere alla manutenzione». Lo chiedono in un’interrogazione i due consiglieri comunali di Forza Italia, Pier Luigi Baschieri (capogruppo) e Giuliano Longfils. Nel documento i due esponenti descrivono i dettagli dell’ammaloramento dell’edificio di piazza Sordello, sede di un infopoint molto frequentato dai turisti anche grazie a una posizione di forte visibilità a pochi passi da monumenti come Ducale e Duomo.

«I muri di cinta sono assai ammalorati, l’intonaco di colore paglierino si sta sgretolando in più parti e a varie altezze – si legge – il che non aiuta certo l’immagine di Mantova quale custode dell’arredo urbano e depositaria del titolo di città Unesco. Anche l’intonaco della loggetta, al primo piano, visto dal giardino interno, è lordo di colate nerastre dovute alla pioggia e all’inquinamento atmosferico. Lo stesso giardino, dove è situata la statua di Rigoletto, risulta privo d’erba in più parti, fiori e piante da fiori non sono minimamente curati e tutto ciò è indice di scarsa o mancata manutenzione e di degrado. La statua è spesso sporca di guano di piccione».

«Sul lato corto della muratura – aggiungono Longfils e Baschieri – c’è una lamina ricurva in ferro arrugginito, staccata dalla parete e, pertanto, molto pericolosa, soprattutto per i bambini, assai numerosi nella zona per la vicinanza di bar e ristoranti».

Ma perché i consiglieri chiedono che venga interessata l’autorità ecclesiastica? «La Casa di Rigoletto, a quanto consta, è di proprietà della Curia – sostengono i due consiglieri – perciò l’amministrazione si faccia parte diligente presso l’autorità ecclesiastica affinché intervenga per effettuare tutte quelle manutenzioni di carattere ordinario e straordinario per ridare la dovuta dignità e il decoro all’edificio. Oppure, quale amministrazione civica, all’eventuale inerzia della Curia, si sostituisca per eseguire i lavori, con l’avvertimento che l’importo di tali lavori, eseguiti con risorse pubbliche, dovrà essere rimborsato dal proprietario».

Il documento si conclude con l’invito al Comune di acquistare «la parte aperta al pubblico (giardino e intero piano terra) mantenendo una servitù di passaggio per i sacerdoti che abitano al primo piano della Casa».


 

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