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Scuse pubbliche alla Gazzetta di Mantova per il post diffamatorio

Il quotidiano accusato su Facebook di tifare per gli stupratori di Rimini

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MANTOVA. Scuse pubbliche alla Gazzetta di Mantova e al suo direttore Paolo Boldrini per un post pubblicato su Facebook, nel quale si accusava il nostro quotidiano di tifare per i criminali. La colpa presunta (nella visione distorta di chi ha scritto il post)? Non aver specificato nel titolo di uno degli articoli sul recente stupro di Rimini la nazionalità dei violentatori – come se la carta d’identità dei criminali, all’epoca del post non ancora identificati, fosse più importante dell’episodio in sé – morale, per il signor Sergio Allodi la Gazzetta sarebbe stata complice, al punto da doversene vergognare. E così ha scritto sulla sua pagina Facebook.

Facebook, però, dovrebbe essere inteso (e usato) non come il tavolino del bar dove abbandonarsi a qualsiasi commento viscerale passi per la pancia, tra pochi amici, ma come una piazza dove ogni parola lascia traccia di sé, dove ogni commento ha evidenza larga e pubblica. Ecco, quindi, le scuse di Allodi: “Mi rendo conto che quanto da me scritto è diffamatorio e lede l’onore e la professionalità del direttore e dei giornalisti della Gazzetta di Mantova ingiustamente accusati di tifare per dei criminali. Chiedo, pertanto, pubblicamente scusa al direttore Paolo Boldrini ed ai giornalisti della Gazzetta di Mantova per quanto incautamente pubblicato su Facebook”.

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