Mantova, Mussolini divide la maggioranza in Comune
Allegretti: revoca della cittadinanza? Inutile. Banzi: presto documento congiunto

MANTOVA. A fine luglio aveva inviato una lettera al sindaco Palazzi chiedendo la revoca della cittadinanza attribuita nel 1924 a Benito Mussolini. Un mese e mezzo dopo non è seguito, da parte di Fausto Banzi, capogruppo di Sinistra italiana e segretario provinciale e autore della missiva, alcun passo formale per innescare la procedura che dovrebbe portare ad un voto del consiglio comunale.
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Il presidente del consiglio Massimo Allegretti, infatti, conferma che «al momento nulla è depositato nel mio ufficio». Banzi, però, non ha certo rinunciato alla sua iniziativa: «Tutt’altro - dice - Sono più che determinato. Anzi, ho coinvolto i capigruppi di maggioranza, Pasetti per il Pd e Provenzano per la lista gialla, e sono tutti d’accordo. La prossima settimana ci vedremo per stendere un ordine del giorno comune e poi depositarlo in presidenza. Non ho fretta che vada in aula - afferma - L’importante è arrivare il prossimo 25 aprile e festeggiare la Liberazione con Mussolini che non è più cittadino onorario di Mantova. Lui non ha alcun merito verso la città. Basti pensare che è corresponsabile della deportazione di un centinaio di ebrei mantovani».
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Se per Banzi tutto è ormai apparecchiato per prendere in aula una decisione storica, il presidente del consiglio Allegretti, Pd, esprime le sue perplessità che si uniscono a quelle di altri colleghi consiglieri di maggioranza, per ora rimaste sottotraccia. «Preferirei occuparmi d’altro» premette quasi infastidito di dover trattare un tema così scivoloso, ma poi entra nel merito della vicenda: «Non sono legato a chimere nostalgiche, ma personalmente ritengo le cittadinanze onorarie, dodici in tutto, un dato storico acquisito, su cui è giusto e doveroso riflettere, ma del tutto inutile ritornare». Detto questo, il presidente garantisce la massima osservanza di regolamenti e leggi: «È dovere mio, e lo farò con scrupolo, qualora fosse depositato un ordine del giorno in tal senso, trattarlo come tutti gli altri». (Sa.Mor.)
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