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Mantova, in 700 per scoprire il nuovo San Nicolò

Porte aperte nell’ex area militare che diventerà il cuore del progetto di riqualificazione portato avanti dal Comune

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. I mantovani hanno risposto in massa all’invito del sindaco Mattia Palazzi e ieri hanno invaso l’area di San Nicolò per riscoprire la zona che ospiterà l’ambizioso progetto comunale Mantova hub. Più di 700 persone hanno partecipato all’happening in cui Palazzi e i progettisti hanno illustrato come si trasformeranno i cinque capannoni, l’ex polveriera, l’ex casa del custode e, poco distante, l’ex ceramica dando vita ad un nuovo quartiere innovativo. Per la visita il Comune ha predisposto un percorso delimitato da strisce luminose e controllato dalla protezione civile («questo è un cantiere - ha ricordato il sindaco - e quindi ci si deve muovere con cautela»).

Mantova, l'area di San Nicolò aperta al pubblico dopo decenni

Non solo. È stata allestita nel capannone 4 che nel progetto ospiterà l’hub lavoro, una sala in cui lo stesso primo cittadino e i progettisti Vincenzo Corvino e Giovanni Multari dello studio Corvino+Multari, hanno illustrato ciò che verrà realizzato partendo dal masterplan dell’archistar Stefano Boeri. E quando sono scese le prime ombre della sera, mentre i più si attardavano al buffet, la scenografia si è arricchita a sorpresa di luci blu e rosse accese all’interno dei cinque capannoni, mentre altre immagini luminose scorrevano sulle pareti esterne: a caratteri cubitali appariva la frase di Mandela «Sembra sempre impossibile, fino a quando qualcuno lo fa» assurto a slogan di Mantova hub. Il tutto con sottofondo musicale diffuso da altoparlanti collocate tra una costruzione e l’altra.

«Oggi è una giornata storica, straordinaria non solo perché ha vinto il Mantova - ha esordito ironico il primo cittadino nella sua prolusione beccandosi una prima razione di applausi - ma anche perché la città torna in possesso di una porzione di territorio bellissima. Una giornata storica perché questa area avrà un futuro e sarà riconnessa alla città. San Nicolò è chiusa ai mantovani da tempo immemore, ma da oggi torna ad essere loro». Ha raccontato del bando periferie da cui tutto ebbe origine: «Abbiamo immaginato che periferia è tutto ciò che è chiuso, non vissuto dai cittadini. E così, questa è diventata l’occasione per far cambiare la città recuperando ciò che c’è già; abbiamo costruito con gli uffici un progetto in pochi giorni e abbiamo cominciato a sognare». Si è detto colpito dalle tante persone presenti alla visita: «Ecco la dimostrazione dell’orgoglio di partecipare al cambiamento della città». Si è poi soffermato sul recupero dell’ex ceramica che ospiterà l’istituto Mantegna: «Tra pochi mesi inizieranno le prime demolizioni e l’anno prossimo faremo l’appalto per la nuova scuol. Così come non so in che tempi ma sono sicuro che abbatteremo il vicino magone». E ha promesso: «Porteremo qui altre risorse e da qui all’avvio del cantiere terremo aperta l’area per qualche ora, per visitarla accompagnati». Ha chiuso ringraziando l’assessore Andrea Murari, che in prima persona segue Mantova hub, gli uffici e i tecnici che hanno collaborato. Non senza aver punzecchiato i giornali: «La città cambia, ma poco spesso leggiamo ciò che funziona».

Del progetto ha parlato l’architetto Corvino: «Mantova hub - ha ricordato - coinvolge quattro aree: l’ex ceramica, San Nicolò, Valletta Valsecchi e Porto Catena, tutte lambite dall’acqua e parte integrante della città antica». Il tratto caratteristico è che «non aumenteremo le volumetrie, ma effettueremo il recupero di tutto quello che c’è, a partire dai capannoni militari edificati nel 1958. Qui ci sarà la piazza della terra prevista dal masterplan, con l’antico cimitero ebraico che ci ha dato le condizioni per disegnare il nuovo spazio verde». L’idea è di ricreare «una nuova monumentalità tra Palazzo Te e il Ducale» in aree, compresa l’ex ceramica, che «sono parti integranti - ha insistito - del tessuto storico della città».
 

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