Il sindaco: entro due mesi la Fondazione Palazzo Te
L’annuncio ieri in consiglio comunale: conserverà e valorizzerà la reggia. Scontro sulle controllate, le minoranze: via anche da Siem. Il Comune: non si può
di Sandro Mortari
MANTOVA. «Entro novembre arriverà in aula la Fondazione Palazzo Te che metterà insieme il Centro internazionale e il museo». L’annuncio, a sorpresa, è arrivato ieri sera in consiglio comunale dal sindaco Mattia Palazzi. È stata la carta che il primo cittadino ha giocato per rispondere alle critiche del capogruppo di Forza Italia Baschieri che, durante la discussione sulla ricognizione delle società partecipate e controllate dal Comune, aveva chiesto la costituzione di un’unica Fondazione che comprendesse le attuali società e fondazioni operanti nel campo della cultura.
«Entro novembre faremo la nuova Fondazione di Palazzo Te - ha detto Palazzi - che si prenderà in carico le attuali competenze, nonché i costi del Centro e del Comune sul fronte della valorizzazione e della conservazione di Palazzo Te. Garantirà stabilità e capacità di programmazione. La Fondazione si tratterrà i biglietti di ingresso e si muoverà con dinamiche di impresa. Oggi - ha spiegato - il Centro Te è uno strumento che non è in grado di competere. Basti pensare che se fa un investimento ha bisogno che il Comune presti una garanzia bancaria». Il sindaco ha detto di aver fatto i conti delle spese sostenute in dieci anni da Centro e Palazzo Te e degli introiti del Comune: «Ci saranno delle belle sorprese – ha annunciato – vedremo ad esempio che negli ultimi due anni, con più risorse date al Centro Te, il Comune ha guadagnato».
L’opposizione (tranne Grandi che ha votato sì) ha bocciato la ricognizione fatta dall’amministrazione sulle società controllate o partecipate dal Comune, che si è chiusa con la dismissione di sei società della galassia Tea, di Valdaro spa e di una sua immobiliare. Irpo (Bulbarelli) e i forzisti Longfils e Baschieri hanno chiesto che si facesse altrettanto con Siem, ritenuta un doppione di Mantova Ambiente (è la società dei Comuni che si occupa della gestione post mortem delle discariche). L’assessore Murari ha risposto che «una consulenza legale ha dimostrato che con una dimissione i Comuni verrebbero meno alle loro responsabilità di gestire le discariche dopo la chiusura». Approvato anche il bilancio consolidato (ampiamente positivo) di Comune, Tea, Aspef e Aster con il no di de Marchi, Longfils e Zera (Lega) e l’astensione di M5S, Irpo e dei forzisti Gorgati e Baschieri.
Prima dell’inizio della seduta show di De Marchi che si è presentato in aula con una bandiera della Catalogna e l’ha appoggiata sulle spalle del sindaco. Il presidente Allegretti lo ha redarguito e cacciato dall’aula, dove è rientrato per l’appello, questa volta senza bandiera. Protesta anche dell’M5S, rimasto fuori dall’aula per un’ora per protestare contro l’amministrazione che non dedica la prima ora alla discussione delle mozioni come prevede il regolamento.
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