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Blitz contro il lavoro nero. Chiusa autofficina abusiva

Polizia locale e carabinieri in un capannone di via Taliercio in zona industriale. Denunciato il titolare: mai pagato tasse, aveva amianto e rifiuti non autorizzati

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MANTOVA. La partita Iva? L’iscrizione all’albo delle imprese artigiane? Il pagamento di imposte e contributi? Non sapeva nemmeno di che si trattasse. O per lo meno se n’era del tutto disinteressato, come se quello tra lui e i tanti clienti fosse un qualsiasi rapporto privato, come i ragazzini che si scambiano le figurine. L’attività abusiva scoperta venerdì scorso da polizia locale e carabinieri dell’Ispettorato del lavoro era un’avviata autofficina, con tanto di insegna all’ingresso e la promettente dicitura “Preparazione per revisione auto”. A siglare la clandestinità dell’officina anche la presenza di un dipendente assunto in nero, un giovane africano della Costa d’Avorio costretto a lavorare senza alcuna tutela previdenziale e sindacale. L.G., 41 anni, ufficialmente disoccupato ma di fatto meccanico, è stato sanzionato dai carabinieri dell’Ispettorato del lavoro per l’assunzione in nero del dipendente.

La polizia locale ha invece inviato una segnalazione alla Procura sia per l’attività abusiva che per lo stoccaggio non autorizzato di rifiuti speciali: in officina c’erano una montagna di vecchi pezzi di ricambio, batterie per auto e latte e bidoni di olio esausto. Nell’ampio piazzale è stato trovato anche di più: due lunghe tettoie per auto coperte di lastre di amianto. L’officina è stata chiusa e il cancello sigillato in attesa delle operazioni di bonifica, già cominciate.

L’impressione avuta da polizia locale e carabinieri è che l’autofficina – nascosta lungo un vialetto tra gli ingressi della Tea e della Versalis (l’ex Enichem) – fosse attiva da anni. Lo dicono le condizioni dell’insegna davanti al cancello, così come l’accumulo di pezzi di ricambio usati. E la stessa presenza di tettoie con la copertura di un materiale, l’amianto, che è fuori legge da venticinque anni.

Il controllo da parte dei militari del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro risale alla metà della scorsa settimana. Le irregolarità sono emerse subito, appena al titolare sono stati chiesti i documenti dell’attività e al suo assistente la scheda del lavoratore, il vecchio libretto di lavoro. Richieste rimaste senza risposta. Di qui l’allerta alla polizia locale: se i carabinieri si sono occupati degli accertamenti relativi al lavoratore assunto in nero, l’attività di verifica degli agenti del comando di viale Fiume si è concentrata su tutti gli altri aspetti, da quello commerciale, a quello ambientale e dell’edilizia. Ed ecco i primi problemi rilevati dalla polizia locale. A partire dalla mancanza di qualsiasi autorizzazione, compresa quella che va richiesta al Comune per l’apertura di un’attività. All’interno dell’autofficina erano abusive anche le tettoie del parcheggio, dove sono stati trovati oltre venti autoveicoli appartenenti a clienti. Abusivo era anche l’autolavaggio, anche lui ricavato nel piazzale. E abusiva infine l’area di stoccaggio degli oli usati e dei rifiuti.

La polizia locale ha allertato anche il proprietario dell’area che s’è attivato per la bonifica delle due tettoie di eternit: già pronto il piano di lavoro preparato da un’impresa specializzata. Di tutti i rifiuti che non sono amianto si sta occupando invece la Tea, che li ritirerà e li smaltirà per poi addebitare il conto al meccanico. Una relazione della polizia locale sulla vicenda è stata inviata infine all’Agenzia delle Entrate e alla Camera di commercio.
 

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