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«Con la fusione scuole potenziate»

I sindaci sono pronti al referendum del 22

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Le scuole di Revere 

REVERE. «Noi crediamo nella fusione, è un percorso che porterà dei vantaggi ai cittadini e al territorio del Destra Secchia». Sono convinti della loro scelta i tre sindaci di Pieve, Daniela Besutti, di Revere, Sergio Faioni e di Villa Poma, Alberto Borsari. Il 22 arriverà il verdetto degli elettori che saranno chiamati alle urne per avallare o meno il progetto avviato nei tre paesi. Un progetto che nasce nella primavera del 2016. I tre Comuni decidono di staccarsi dall'unione Isola mantovana per intraprendere la strada della fusione.

«Un’esperienza positiva - spiega Faioni - ma purtroppo era una sovrastruttura e per Comuni piccoli come i nostri la gestione era difficile. Crediamo che avere un ente unico sia la strada da percorrere». Già alla fine del 2016 i tre consigli hanno approvato all'unanimità, salvo Villa Poma dove c'è stata un'astensione, la proposta di fusione. Il percorso è stato condiviso con le opposizioni. Questo è stato il primo progetto di fusione nell'area e ha avviato una specie di reazione a catena che ha coinvolto i “vicini”. Ora i tre sindaci sperano che la spinta non subisca una battuta d'arresto che influirebbe su tutto il territorio.

«Centri più grandi hanno più forza - dice Borsari - e potremo offrire servizi migliori con personale più specializzato, avremo la possibilità di assumere e soprattutto c'è un vantaggio economico doppio. Verranno stanziati contributi per 630mila euro l'anno per dieci anni. E i fondi vengono dati in base alla data di fusione, chi prima arriva. Inoltre c'è il risparmio, faccio un esempio chiaro: non ci saranno più tre segretari comunali ma solo uno e non si dovrà più esternalizzare i servizi, cosa onerosa». La Besutti batte invece su servizi e identità: «Rimarranno aperti tutti e tre i municipi e per quanto riguarda le scuole, queste non rischino la chiusura con la fusione, anzi. Se avremo più fondi potremo investire di più in progetti e renderle attrattive per il territorio. Si rischia molto di più se la fusione non passa, perché non avremo risorse».

Dopo il voto, se in tutti e tre i Comuni passerà il sì il percorso andrà avanti. Entro il 31 di dicembre verrà approvato nei tre consigli il nuovo statuto che è già stato abbozzato. Con l'inizio del 2018 i tre sindaci decadranno, ma affiancheranno un commissario che coprirà il periodo-ponte fino alle elezioni. Va ricordato che in questo modo le amministrazioni di Pieve e Villa Poma lascerebbero con circa un anno e mezzo di anticipo la guida dei Comuni. (g.p.)
 

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