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A casa dalle medie solo con i genitori? I presidi vanno dall’avvocato

La mossa dell’Aisam dopo la sentenza della Cassazione. «Valutare la maturità dei ragazzi è nei nostri compiti»

di Igor Cipollina
1 minuto di lettura
(ansa)

MANTOVA. I giudici comandano che, all’uscita da scuola, gli studenti delle medie siano consegnati a mamma o papà, l’esperienza e la missione di educatore suggeriscono altro. Che si fa? Nel dubbio l’Associazione istituzioni scolastiche autonome mantovane (Aisam) ha deciso di consultare un avvocato esperto in materia, per capire se può esistere uno spiraglio tra la legge e la prassi, con tutte le cautele del caso. «Ci sono aspetti legati alla norma che sono stringenti – ammette Angelo Gandini, presidente di Aisam e dirigente dell’Istituto comprensivo 1 di Castiglione delle Stiviere – da parte nostra c’è di mezzo la lettura del contesto. Noi possiamo valutare la maturità del singolo ragazzo e, insieme alla famiglia, la complessità del percorso scuola-casa. Questa valutazione rientra nella missione di noi educatori, che accompagniamo il bambino nella crescita, ma fino ad ora il giudice non ha tenuto l’aspetto nella giusta considerazione. Al contrario, i rischi per la scuola e i docenti sono altissimi».



Altissimi quanto? L’articolo di riferimento è il numero 591 del Codice penale: «Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni». Proprio così: gli insegnanti che al suono dell’ultima campanella rompono le righe e permettono agli studenti di lasciare la scuola senza preoccuparsi di affidarli a un genitore, oppure a un altro adulto autorizzato, inciampano nel reato di abbandono di minore. E il tonfo può essere doloroso.

«Come mi comporto io nella mia scuola? Da sette, otto anni faccio firmare una richiesta ai genitori – risponde Gandini – nella quale devono anche dichiarare che il percorso scuola-casa non presenta pericoli. All’avvocato chiederemo quali possono essere le conseguenze di questo approccio al problema». L’ultima sentenza risale alla scorsa primavera, quando la Cassazione ha condannato definitivamente scuola e ministero per la morte di uno studente investito da uno scuolabus (quattordici anni prima). E da allora molti presidi sono corsi ai ripari.

All’ordine del giorno della riunione dell’Aisam, ieri mattina, c’era anche l’eventualità di uno scioglimento dell’associazione, per evitare sovrapposizioni e duplicazioni di sforzi dopo la riforma che ha riorganizzato la scuola nei due ambiti territoriali 19 e 20. «Niente scioglimento, la parola d’ordine è trovare una convivenza felice e produttiva con la nuova governance» assicura Gandini. Niente scioglimento, al contrario: il 7 novembre Aisam rinnoverà giunta e presidente.

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