Con lo smartphone anche di notte, iperconnessi e sempre più fragili
I risultati dell'indagine su 3.700 nati nel ventunesimo secolo: uno su due vittima di bullismo. E il 20% ammette atti di autolesionismo. Il curatore: "Alzare l'asticella di educazione e didattica"

MANTOVA. Una trentina di slide fitte di numeri, percentuali e diagrammi per riassumere abitudini e comportamenti di 3.710 studenti (57% maschi, 43% femmine) di sette istituti superiori cittadini. È l’imponente indagine promossa dal Comune di Mantova, in collaborazione con il Centro per la legalità, attraverso un enciclopedico questionario di oltre duecento domande predisposte dalla Casa del Giovane di Pavia e validate dalla milanese università Bicocca.
Il risultato illustrato ieri mattina al teatro Ariston davanti ad una platea studentesca attenta e partecipe dal curatore Simone Feder, psicologo, giudice onorario del Tribunale dei minori di Milano, è un autorevole spaccato degli stili di vita della generazione nata nel ventunesimo secolo. Indagati tutti gli aspetti utili per una diagnosi del malessere giovanile. Lo scopo? Individuare le vulnerabilità e costruire percorsi di prevenzione. Come? «Tenendo alta l’asticella dell’educazione e della didattica che sono responsabilità da recuperare da parte di famiglia e scuola« è la ricetta di Feder. Ecco i principali dati.
RISULTATI SCOLASTICI. I ragazzi parlano di una crisi dell’istituzione. Dei 3.710 studenti il 78% è minorenne (età media 17 anni), al 90% sono di nazionalità italiana, il 9% ha subito una bocciatura, al 38% sono stati assegnati debiti, l’11% ha cambiato istituto rispetto alla scelta iniziale.
FAMIGLIA. Gli intervistati esprimono la progressiva disgregazione della prima agenzia educativa: il 16% non vive con almeno un genitore, il 19% abita almeno con un parente che non sia genitore o fratello, il 7% abita con un genitore acquisito.
ATTIVITÀ. Lo studio occupa più di due ore al giorno solo per il 27,74%, superato dall’ascolto della musica al 32,35%. Uscire con gli amici è il gradimento preferito per il 79,16% dei maschi e il 76,71% per le femmine. «Questo può essere positivo – commenta il sindaco Mattia Palazzi, presente in platea – conoscere la propria città, visitarla, impararne le bellezze monumentali stimola la crescita culturale». Al secondo posto è fare sport, ma soprattutto per i ragazzi (70,84%) perché per le femmine è un modesto 54,7%. In crollo il volontariato e al contrario praticato più dalle ragazze (25,82%) che dai maschi (19,53%).
USO DEL CELLULARE. Scarsamente utilizzato per telefonare, solo il 23,18% effettua da due a dieci chiamate al giorno, ma per chattare in ogni momento libero si sale al 52,72%, per ascoltare musica al 43,72% e postare sui social il 39,46%. Addirittura il 44% lo usa anche di notte e d il 30% durante i pasti.
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ALCOL. «Questo è un dato preoccupante il consumo è alto, non è più un bere, è un ingoiare, un buttar giù» dice Feder. Il 71% ne ha già fatto uso, il 15% ne fa uso regolarmente una o due volte a settimana, il 47% si è già ubriacato e il 4% lo fa ogni settimana. Quali i motivi? Il 36% per piacere, il 23% per affrontare momenti difficili e il 20% per imitazione dei coetanei.
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STUPEFACENTI. Domina lo spinello. Il 19,3% ha usato cannabinoidi ed il 2,8% ne fa un uso quotidiano. Di cocaina l’1%, cioè 3-4 ragazzi in totale, sono consumatori abituali. I motivi sono sovrapponibili a quelli dell’alcol.
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BULLISMO E CYBERBULLISMO. Fenomeno in forte crescita e legato all’uso dei social network. Il 50% ha dichiarato di essersi sentito fortemente offeso, isolato, minacciato preso in giro dagli altri e il 19% attraverso il web (WhatsApp e simili). Su questo aspetto il direttore della Gazzetta, Paolo Boldrini, intervenuto come ospite, ha sintetizzato la linea del giornale: «Con tutte le cautele del caso ritengo sia giusto scrivere queste notizie di coma etilico, bullismo, adescamenti via web perché possono essere un campanello d’allarme per tutti i genitori» ha spiegato.
LESIONI VOLONTARIE. L’ultimo dato sui comportamenti disfunzionali: il 20% ha risposto di essersi provocato dolore fisico (28% maschi, 14% femmine). «Non deve sorprendere – analizza Feder – è un ennesimo segnale di malessere comunicato con il tagliare il proprio corpo. Fortunatamente non abbiamo rilevato il fenomeno della Balena blu».
Vincenzo Dalai
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