Dopo il blitz in consiglio: «Sfiducia per Allegretti»
Centrodestra e M5S attaccano il presidente per l’intervento dei vigili in aula. Annaloro e Longfils minacciano le vie legali. Sindaco e Pd: ha fatto il suo dovere
di Nicola Corradini
MANTOVA. Il primo passo sarà politico: la mozione di sfiducia per il presidente del consiglio comunale. Ma la vicenda dell’allontamento dall’aula di una parte dei consiglieri di minoranza autori della protesta con le mascherine sulla bocca, ricorrendo ad agenti della polizia locale (anche quelli in pattuglia sulle strade), rischia di finire anche davanti a un giudice Massimo Allegretti. Perché due dei protagonisti della performance che ha ritardato di oltre mezz’ora l’apertura dei lavori dell’assemblea di via Roma di martedì scorso, il capogruppo di M5S Michele Annaloro e il consigliere di Fi, Giuliano Longfils, hanno annunciato venerdì 27 ottobre, durante una conferenza stampa, che stanno studiando «la possibilità di ricorrere alle vie legali » contro il presidente del consiglio e due dirigenti del Comune per aver «impedito a consiglieri eletti di esercitare il diritto di utilizzare le azioni legittime per mettere in evidenza quanto accade in consiglio comunale (il riferimento è all’accusa al presidente di non ottemperare a quanto previsto dal regolamento comunale in merito alla discussione in aula delle mozioni, ndr)». I consiglieri di minoranza argomentano che «si può ravvisare il reato di abuso d’ufficio per aver fatto ricorso alla polizia locale, richiamando addirittura gli agenti in servizio di pattuglia che sono entrati in aula indossando le armi di servizio(tenute ovviamente nella fondina, ndr) .
«Una cosa mai vista in 40 anni di attività politica» osserva Longfils, che assieme agli altri consiglieri presenti si meraviglia del «mancato intervento del prefetto, che avrebbe dovuto subito chiedere spiegazioni sull’accaduto». Alla conferenza erano presenti anche il vice presidente del consiglio, Tommaso Tonelli (M5S), il leghista Massimo Zera (ma non la capogruppo Alessandra Cappellari) e il civico Luca de Marchi. Longfils ha citato come precedente una sentenza della Cassazione del ’96 e una parere del Ministero dell’Interno (derivante da quella sentenza) dove si stabilisce che «deve ritenersi atto arbitrario» la disposizione della forza pubblica per allontanare dall’aula dei consiglieri comunali . I consiglieri hanno accusato Allegretti di essere «diretto dal sindaco Palazzi» e quest’ultimo accusato di «non aver difeso il diritto dei consiglieri». Palazzi rigetta le accuse e, col capogruppo Pd Pasetti, difende Allegretti. «Fa molto bene il suo lavoro e respingiamo l’assurda accusa di essere eterodiretto ».
«Quella sera – aggiunge Palazzi – ero a colloquio in ufficio con la presidente dell’Istituto di epidemiologia e quando sono entrato in aula era in corso lo show da venti minuti ».
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