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Sì al tempo prolungato a Viadana. Ma scatta la protesta

Le famiglie dei bimbi della scuola dell’infanzia chiedono un incontro. «Ci eravamo iscritti a maggio, ma il Comune ci ha informato solo a fine settembre

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VIADANA . Le famiglie utenti temono di non poter più usufruire del servizio di tempo prolungato alla scuola dell’infanzia. «Un servizio – fanno notare – per noi indispensabile». E’ stato chiesto pertanto, con lettera protocollata, un incontro al sindaco Giovanni Cavatorta e all’assessore Ilaria Zucchini. I bambini del tempo prolungato, invece di essere ritirati entro le 16, rimangono alla materna Bedoli sino alle 18.30: un modo per andare incontro ai genitori che lavorano. «Ci eravamo iscritti al servizio a maggio – nota Daniela Canale, in rappresentanza delle famiglie – ma, sino a fine settembre, dal Comune non ci era arrivata nessuna comunicazione». Pare che le incertezze fossero legate ad un numero di iscrizioni (dieci-undici) inferiore rispetto alle aspettative. Secondo le famiglie, il capitolo iscrizioni non è stato gestito in maniera ottimale, e l’incertezza ha fatto nascere delle preoccupazioni. «Ad ogni modo, alla fine ci è stato comunicato che il tempo prolungato sarebbe iniziato il 9 ottobre; e che, da gennaio 2018, la retta sarebbe passata da 90 a 110 euro mensili». Alcuni genitori, a fronte dell’annunciato aumento, starebbero pensando tuttavia di arrivare sino a dicembre, e poi di rinunciare. «Col rischio che il servizio a quel punto non possa più partire, a motivo del numero esiguo di iscrizioni».

Per le famiglie, soprattutto quelle che non dispongono di nonni, sarebbe però un problema pesante da affrontare. Se n’è parlato anche lunedì sera in consiglio comunale, visto che Alessandro Teveri (capogruppo M5S) ha chiesto chiarimenti all’amministrazione. Sindaco e assessore hanno risposto facendo notare che il Comune non è obbligato a fornire il servizio: «Lo si è voluto mantenere, nonostante le iscrizioni dimezzate rispetto all’anno scorso, andando a tagliare altre spese. Ma è giusto che gli utenti compartecipino ai sacrifici». Le famiglie chiedono tuttavia un incontro: «Chiediamo in generale comunicazioni tempestive e precise; e garanzie sul proseguimento del servizio». (r.n.)
 

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