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Sentenza a sorpresa: cancellato un debito di 65mila euro

Una vedova vince la sua battaglia legale con Unicredit dopo anni di Tribunale. Tolta l'ingiunzione di pagamento, ma nel frattempo un'altra banca le ha pignorato la casa

di Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

CASTELBELFORTE. Il tribunale di Mantova ha cancellato un debito di 65mila euro contratto con una banca perché quest’ultima non ha saputo dimostrare, dal punto di visto documentale, come e quando è nato quel credito nei confronti del correntista. In poche parole non è sufficiente per una banca esibire il proprio credito solo sulla base di un estratto conto ma deve provare come si è originato. È quanto deciso dal giudice Andrea Gibelli con una sentenza destinata a fare giurisprudenza.

Battaglia vinta, dunque per una vedova e il suo avvocato, Cristian Pasolini del foro di Mantova, che, grazie alla loro tenacia e determinazione, sono riusciti a ribaltare una situazione che sembrava non avere vie d’uscita. In breve la ricostruzione della vicenda. Nell’ottobre del 2009 Unicredit (filiale di San Giorgio) chiede un decreto ingiuntivo per una somma di 43.200 euro più interessi legali nei confronti di Laura Rosanna Prandini, quale garante del marito Giovanni Zanafredi, titolare dell’omonima ditta individuale con sede a Castelbelforte, deceduto il 10 luglio di quell’anno. Il 3 novembre il giudice designato dal presidente del tribunale di Mantova ingiunge il pagamento della somma.

Nel dicembre dello stesso anno la donna fa opposizione al provvedimento per presunta illegittimità dei conteggi fatti dalla banca ma viene respinto. Il processo va avanti. Nel 2012 la prima svolta, quando il giudice Gibelli rimette in istruttoria la causa: viene nominato un consulente tecnico che se da una parte esclude l’usura negli interessi, dall’altra dichiara che non è in grado di stabilire da dove arrivi quel debito. Ed è proprio basandosi su questo presupposto, su questa mancanza di documentazione da parte della banca, che il giudice Gibelli, nei giorni scorsi ha sentenziato il “saldo zero”, ovvero che si deve considerare il debito inesistente.

Una decisione che arriva dopo otto anni di calvario. Ma quel decreto ingiuntivo del 2009 da parte di Unicredit ha avuto conseguenze nefaste. Segnalata come cattiva pagatrice la Prandini è stata “aggredita” da altre banche. Nel 2011, infatti, si è vista pignorare la casa in cui abita da Mps. La donna, che non è mai stata in possesso della documentazione bancari del marito e che quindi non ha potuto difendersi da subito dimostrando l’inesistenza del debito, sta ora valutando se chiamare Unicredit a rispondere di tutti i danni che le ha creato otto anni di causa. La donna - per bocca del suo avvocato - si pone una domanda: «Al di là del rimborso delle spese legali che Unicredit dovrà pagare, chi mi ripaga di otto anni di ansie, notti insonni e pianti nel timore di vedermi venduta la casa dove da sempre vivo?».
 

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