Lambrusco, Confini di successo: da Sermide un vino da top 100
Viene da Sermide uno dei due vini mantovani inseriti da Massobrio tra i migliori cento. Al primo anno di produzione con circa 5mila bottiglie. In arrivo la biodinamica e un metodo classico
di Luca Ghirardini
SERMIDE. Il Lambrusco mantovano continua a raccogliere riconoscimenti. Ultima in ordine di tempo è la lista chiamata Top Hundred, stilata dal giornalista enogastronomico Paolo Massobrio e che individua i 100 migliori vini italiani nello sforzo di premiare le aziende innovative del settore. Nella lista sono due le etichette mantovane. Di una si è già parlato in questa pagina: è il Ciamballà dell’azienda Bugno Martino di San Benedetto Po (come si può leggere nel pezzo qui sotto).
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L’altra, invece, rappresenta un’assoluta novità, al primo anno di approccio al mercato. L’azienda vitivinicola si chiama Confini, un nome legato alla posizione della terra, in territorio comunale di Sermide e quindi lombarda, ma stretta tra Emilia e Veneto, in strada provinciale Ferrarese 48. E se il vino sta facendo egregiamente il suo esordio, l’azienda è invece storica: di proprietà fin dai primi del ’900 della famiglia Zavanella, è condotta da Cesarina Carra. Al “Confini”, la bottiglia premiata, è destinato un 5% circa della produzione, scegliendo i terreni più vocati. Il resto delle uve è conferito alla Cantina sociale di Limidi. Quest’anno sono state etichettate circa 5mila bottiglie, l’obiettivo per il prossimo anno è un raddoppio, ma difficilmente si andrà molto oltre, visto che i titolari vogliono mantenersi su una dimensione contenuta, lasciando all’esterno le lavorazioni di cantina e la linea d’imbottigliamento. Queste operazioni, infatti, vengono svolte a San Nicolò Po negli impianti della Cantina Giubertoni e con la supervisione dell’enologo Alessandro Coppini, una certezza in termini di capacità di ottenere il meglio dal Lambrusco Mantovano.
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Il Lambrusco Confini è Igt Provincia di Mantova, ottenuto da uve Salamino e Ancellotta. Proprio quest’ultima viene utilizzata in quantità leggermente superiore rispetto al limite del disciplinare Doc, in quanto i titolari ritengono il suolo argilloso particolarmente adatto a questo vitigno, con ottimi risultati sul fronte del colore e dell’acidità. Le uve vengono raccolte in piccole cassette, facendo poi 20 giorni di autoclave con la lavorazione di criomacerazione a temperature controllate.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Bugno Martino, anche Ciamballà nella Top Hundred Golosario]]
«Abbiamo cercato di realizzare un vino che non fosse né troppo facile e scontato - spiegano i titolari -, ma nemmeno così difficile da rimanere apprezzato solo dai professionisti del settore». La fascia di mercato di posizionamento è quella medio-alta, per non scendere a compromessi sul fronte della qualità. Per di più, il territorio in cui sorge l’azienda è una zona di ripopolamento e catture, dove si possono incontrare lepri, starne, fagiani, aironi, upupe, civette, allochi, ghiandaie, picchi, donnole, poiane e falchi. Non solo: Già dal 1997 l'azienda aveva mostrato la propria sensibilità all'ambiente aderendo al regime di lotta integrata (riduzione di concimi chimici e di presidi fitosanitari) riducendo i residui a base di rame preferendo utilizzare idrossido invece di ossicloruro. E il prossimo passo spingerà questo percorso ancora più in là, sul terreno della biodinamica: come esempio da seguire c’è la franciacortina Cà del Vént. E forse non è un caso, visto che nelle intenzioni di Confini c’è quella di aggiungere una sola tipologia di prodotto all’attuale Lambrusco. E sarà un metodo classico.
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