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Lo sballo finisce in ospedale? Il Serd di Mantova ti convoca il giorno dopo

Nuovo progetto del servizio dipendenze per agganciare i giovanissimi a rischio alcol e droghe. I genitori dei minorenni dimessi dal pronto soccorso saranno contattati per un sostegno immediato

di Roberto Bo
2 minuti di lettura

MANTOVA. Lo sballo del sabato sera finisce al pronto soccorso? Occhio, perché se sei minorenne e sei stato messo ko da un mix di droghe e alcol, dopo le dimissioni potrebbe arrivare a casa la telefonata del servizio dipendenze dell’Asst per chiedere ai tuoi genitori se hanno bisogno di aiuto.

Il progetto, curato da Serd e pronto soccorso del Poma, è in fase di elaborazione e potrebbe partire già dal prossimo anno. Gli specialisti hanno chiesto un parere legale e nei giorni scorsi è arrivato il via libera. Del resto il minorenne che arriva in ospedale per abuso di alcol o droghe - in media 3 o 4 ogni fine settimana - è comunque un paziente e come tale i sanitari hanno il diritto-dovere di stabilire un contatto con lui o con i suoi genitori per valutare se iniziare un trattamento o quanto meno metterlo di fronte ai pericoli a cui potrebbe andare incontro.

«Partendo dal lavoro degli anni passati e che ancora oggi prosegue – spiega il dottor Marco Degli Esposti, direttore del Serd dell’Asst Carlo Poma – abbiamo capito che l’attività di prevenzione nelle scuole e in altri luoghi di aggregazione non basta più. Recenti indagini a livello regionale hanno svelato che il 27% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha fumato almeno una canna nell’ultimo anno, più di quel 22% che ha dichiarato di fumare almeno una sigaretta al giorno. Il vero allarme sociale legato alle dipendenze oggi è l’uso delle droghe negli adolescenti».

Attualmente in trattamento al servizio ci sono più di 80 ragazzi tra i 15 e i 19 anni con problemi legati alla tossicodipendenza. In totale, tra tutte le fasce d’età, le persone prese in carico nel 2017 sono 638 (656 nel 2016 e 654 nel 2015).

Lo specialista aggiunge che al Serd arriva sola la punta dell’iceberg e che il polso della situazione droga e alcol nei giovanissimi viene evidenziato solo quando un ragazzino arriva steso in ospedale.

Ecco perché dopo aver sentito un parere legale, nelle prossime settimane partirà il nuovo progetto, messo a punto insieme al primario del pronto soccorso del Poma, Mario Luppi. L’iniziativa prevede il contatto diretto con il ragazzo o i suoi genitori: in sostanza l’adolescente che arriva al pronto soccorso sotto l’effetto di alcol o droghe oltre ad essere opportunamente curato sarà contattato dal Serd al quale l’ospedale ha trasmesso le generalità. «Ribadisco, il nostro principale obiettivo è quello di intercettare questi ragazzi – riprende il direttore del Serd – certo siamo consapevoli che in alcuni casi ci sentiremo rispondere di farci gli affari nostri, ma se solo riusciremo ad agganciare anche uno o due ragazzi per noi sarà un successo, perché non interverremo più nel mucchio, come può essere una scuola o una singola classe, ma punteremo diritto ad un soggetto che potenzialmente potrebbe in futuro avere problemi di dipendenza».

Un lavoro che oggi diventa più agile e snello grazie al fatto che il Serd è passato di mano dall’ex Asl di Mantova alla Asst Carlo Poma. «Il dialogo tra il pronto soccorso e noi – continua Degli Esposti – si è intensificato e la rete anche con psichiatria e neuropsichiatria infantile è una realtà. Ricordo che al Serd arriva circa il 10% delle persone che hanno veramente bisogno di cure e che quando questo avviene di solito sono già passati dieci anni a contatto con alcol e stupefacenti. Ecco perché vogliamo intercettare i ragazzini all’inizio di quello che potrebbe diventare un percorso terribile e bloccarlo in tempo».

Infine, l’ultimo campanello d’allarme che si registra tra i giovani: l’assunzione di tranquillanti per dormire. Le ultime indagini su un campione rappresentativo di ragazzi tra i 15 e i 19 anni parlano di quasi il 9% che prende benzodiazepine per cullarsi nelle braccia di Morfeo. «I nostri ragazzi – conflude Degli Esposti – sono nervosi, fragili e ansiosi. Dobbiamo correre ai ripari al più presto».
 

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