Poveri, sfrattati e over 50: tre proposte per il welfare
Dal magazzino delle eccedenze alimentari agli aiuti a chi perde casa e ai licenziati. Ecco le richieste di Pd, Sinistra e Lista gialla alla giunta Palazzi per il bilancio 2018
di Sandro Mortari
MANTOVA. Un’iniziativa per rimettere in circolo le eccedenze alimentarie farmaceutiche da destinare alle famiglie povere che, per dignità, non chiedono aiuto; un fondo per evitare gli sfratti dagli alloggi popolari; e tirocini in azienda per gli over 50 che hanno perso il lavoro. Sono le tre proposte di welfare che i gruppi di maggioranza Pd, Lista civica gialla e Sinistra italiana mettono sul tavolo della giunta Palazzi impegnata a redigere il bilancio di previsione 2018 «che sarà approvato entro l’anno, con tutte le conseguenze positive che avrà» ribadisce il capogruppo dei dem Giovanni Pasetti introducendo la conferenza stampa, in aula consiliare, assieme ai colleghi di Si, Fausto Banzi e dei gialli, Davide Provenzano.

«Ogni gruppo - precisa - lavora dentro e fuori l’aula per dare il suo contributo alla stesura del bilancio che, a giorni, la giunta licenzierà. Siamo tutti concentrati sul welfare e sul lavoro perché la crisi economica non è ancora finita». E se l’amministrazione è stata in grado, finora, di presentare i bilanci per tempo, «nonostante le situazioni pericolose ereditate dal centrodestra - evidenzia Pasetti - è perché la maggioranza è compatta e lavora con dedizione».
Tocca a Provenzano illustrare, per primo, la proposta del proprio gruppo. «Partiamo - spiega - da due problemi. Il primo: c’è un’eccedenza di sprechi a livello alimentare che comporta problemi ambientali per lo smaltimento, economici ed etici. Il secondo: aumenta la soglia di povertà a causa della crisi che perdura e che coinvolge quell’area cosiddetta grigia, difficile da individuare, che per decoro e decenza fa fatica a rivolgersi alla Caritas. La legge 166 ci dà una mano per favorire il recupero delle eccedenze alimentari e farmaceutiche per questi soggetti. Al Comune chiediamo di istituire un tavolo con esercenti, grande distribuzione, mense e volontariato per trovare una soluzione. Non ne abbiamo una preconfezionata. Abbiamo davanti, però, gli esempi di alcune città vicine come Parma e Brescia con magazzini o punti di distribuzione. Il Comune faccia, dunque, uno studio di fattibilità e presenti un progetto».
Banzi si sofferma sul problema degli sfratti dagli alloggi popolari: «Chi è sfrattato - ricorda - non può più avere una casa popolare per 5 anni. Serve, dunque, che il Comune metta risorse, come l’anno scorso, per aiutare a pagare l’affitto chi non ce la fa». Qualche dato: «L’anno scorso è andata bene e 52 famiglie sono uscite da questo bisogno, ma a giugno 2016, ultimo dato disponibile, ne rimanevano 180 a rischio sfratto. L’arretrato di canoni non incassati per il Comune ammonta a 500mila euro, 2.700 euro per ogni inquilino. L’assessore potrà anche estendere questo fondo agli inquilini morosi dell’Aler, a cui il sindaco ha chiesto di fermare i suoi sfratti che sono al ritmo di 1-2 al giorno». Il capogruppo di Sinistra italiana chiede anche «di aumentare il budget per le borse lavoro dedicate a soggetti fragili quali ex carcerati, disabili, tossicodipendenti. Non solo. I tirocini dovrebbero essere finanziati anche dai privati e non solo dal pubblico».
Il Pd, dal canto suo, pone l’attenzione su chi ha perso il lavoro in età matura. «Chiediamo - dice Pasetti - che il Comune pensi a tirocini anche per gli over 50. Il progetto giovani è partito, ora bisogna pensare a chi è stato espulso dal mercato dal lavoro ed è avanti con gli anni. Purtroppo è difficile sapere quanti siano a Mantova: questa potrebbe essere l’occasione per capire l’entità del fenomeno».
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