Per Palamantova scatta il fallimento
Concordato negato alla società che gestisce l’impianto di Boccabusa. Il Tribunale: debito di 5 milioni e garanzie insufficienti
di Giancarlo Oliani
MANTOVA. Palamantova, la società nata nel 2008 per gestire il PalaBam, chiude i battenti. I giudici ne hanno dichiarato il fallimento, ritenendo insufficienti le garanzie fornite nel piano concordatario, presentato dall’amministratore Luigi Antonio Caranci, per far fronte ad un indebitamento di oltre cinque milioni di euro e per garantire la continuità aziendale. Con la sentenza depositata nella giornata di ieri Stefano Stringa è stato nominato curatore fallimentare. La società, entro tre giorni, dovrà consegnare i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie e l’elenco dei creditori la cui adunanza è stata fissata al 14 marzo prossimo.
Il fallimento, chiesto dal pubblico ministero dopo un’analoga istanza presentata dalla Siae, era stato congelato dalla richiesta di concordato definitivamente bocciata in queste ore. La proposta della società prevedeva dei pagamenti al 31 dicembre 2023 e la suddivisione dei creditori in cinque classi. Ma anche: la soddisfazione non integrale dei creditori privilegiati (dipendenti, Inail, Inps) ai quali sarebbe andato il solo 18 per cento del dovuto.
Il tribunale ha deciso per il fallimento «in considerazione - si legge nel dispositivo - della grave situazione di dissesto in cui versa la società» dalla stessa riconosciuto nella domanda di concordato preventivo.
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Il crac Palamantova apre scenari di difficile soluzione per le attività già programmate dalla società per il 2018. Pensiamo alla gare della Dinamica e ai concerti, in particolare quello già fissato di Bob Dylan. Ma da questa empasse c’è anche una possibile via d’uscita rappresentata dal cosiddetto “esercizio provvisorio” vale a dire dalla possibilità di autorizzare gli eventi già programmati. Intanto il legale rappresentante della società Luigi Caranci ha già annunciato che farà ricorso contro la decisione del tribunale producendo un “reclamo” alla Corte d’appello.
Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, mezzora dopo aver appreso del fallimento, ha convocato d’urgenza avvocati ed esperti per valutare la situazione e cercare intanto di “salvare” gli eventi già programmati a partire dal concerto di Bob Dylan e dalle partite della Dinamica.
Ma ora si presenta anche un altro problema che dovrà essere risolto dai legali. Il Comune, com’è noto, ha sottoscritto con Palamantova una concessione fino al 2033 che, in caso di revoca costringerebbe via Roma a pagare un indennizzo. Come verrà affrontato questo argomento rispetto al fallimento della società? Nell’accordo sottoscritto tra Palamantova e Comune è previsto che una nuova società possa anche subentrare. Ma ci sono due opzioni di subentro. Con la prima chi subentra dovrebbe corrispondere a Palamantova 3.605.865 euro. Nel caso di una nuova gara, invece, il Comune dovrebbe riconoscere a Palamantova l’indennizzo di 5.378.697 euro. Insomma per via Roma non sarà semplice risolvere il problema aperto dalla sentenza di ieri.
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