Apam svecchia la flotta: spesi 8 milioni in due anni
Per il 2017-2018 l’azienda ha già comprato 26 autobus nuovi e 18 usati. Ora l’età media è 8 anni. E l’amministratore conferma la scelta del metano
di Igor Cipollina
MANTOVA. Non saranno il top di gamma, ma nemmeno «i bidoni raccontati dal sindacato» e, soprattutto, non rendono giustizia a una flotta più giovane della media nazionale (poco più di 8 anni contro 13): così i dieci autobus snodati comprati in Polonia offrono ad Apam l’opportunità di fare il punto su investimenti attuali e progetti futuri, con un occhio già al bando del 2021 che, per la prima volta, metterà a gara il servizio urbano e interurbano del bacino extralarge di Mantova e Cremona. Un boccone grosso che ecciterà l’appetito di tanti: guai, quindi, a farsi trovare impreparati. Anche se molto dipenderà dai paletti che l’Agenzia del trasporto pubblico locale vorrà fissare, dai requisiti richiesti e dal relativo peso.
A mettere in fila cifre e attese è l’amministratore delegato di Apam, Marco Medeghini. Il punto di partenza sono gli acquisti effettuati nel 2017 e preventivati per il 2018: quest’anno Apam ha comprato 4 autobus nuovi (2 interurbani Euro 6 a gasolio e 2 urbani, rispettivamente a metano e gasolio) e 18 usati (7 interurbani snodati a gasolio e 11 urbani a metano). L’anno prossimo a ringiovanire la flotta arriveranno altri 22 autobus, tutti nuovi: 17 interurbani (7 a metano, 10 Euro 6 a gasolio) e 5 urbani a metano. Per una spesa complessiva, spalmata sul biennio, di circa 7,8 milioni di euro. Sottraendo dalla somma 2,8 milioni di contributi regionali, restano 5 milioni di autofinanziamento.
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«E questo è già un argomento contro chi sostiene che una società pubblica non dovrebbe fare utili, limitandosi all’equilibrio tra costi e ricavi – osserva Medeghini – È proprio l’utile che ci permette d’investire, altrimenti dovremmo chiedere agli azionisti di finanziare questi acquisti. Io credo che questo sia un passaggio virtuoso». Alla lista della spesa virtuosa andrebbero aggiunti anche i 23 scuolabus nuovi (18 già comprati e 5 in predicato), ma si riferiscono a un capitolo altro e ingarbuglierebbero il ragionamento. Ad Apam basta segnalare che esistono. Tirando le somme, quindi, dopo aver contato candele e candelette, con gli ultimi acquisti l’età media della flotta di 280 mezzi si è abbassata a 8 anni e 2 mesi (in primavera galleggiava sulla linea dei 9 anni e 5 mesi): meglio del dato nazionale, ma ancora sopra quello europeo, intorno ai 6/7 anni. Che resta l’obiettivo ultimo.
Anche se l’ansia del nuovo per il nuovo non appartiene a Medeghini. Vero, l’azienda è vincolata da un accordo a togliere dalle strade gli autobus che hanno tagliato il traguardo dei 18 anni, ma l’amministratore delegato è contrario agli eccessi e critico rispetto ai bandi che supervalutano l’età giovane della flotta, perché poi per rientrare dall’investimento si è costretti a tagliare sul costo del lavoro. O sulla frequenza del servizio. «A noi interessa stare in un range virtuoso, in linea con la media europea – chiarisce Medeghini rispetto all’età – Noi abbiamo preferito puntare di più sul metano, scelta ecologica a beneficio del territorio, condivisa da Comune e Provincia. Speriamo che il bando di gara tenga conto di questa attenzione».
A completare la numerologia di Apam, i 400 dipendenti, i 9 milioni di chilometri percorsi all’anno, i 10,5 milioni di passeggeri trasportati, i 22,5 milioni di ricavi (9 da biglietti e abbonamenti, 13,5 dai contratti di servizio urbano e interurbano). Nel futuro prossimo – 2019 e 2020 – c’è l’acquisto di altri 12 autobus nuovi a metano, ai quali dovrebbero aggiungersene 36 entro il 2025. Gara permettendo.
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