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Caso Palazzi, cosa può accadere: commissario in caso di addio e poi elezioni a primavera

Gli scenari che si possono configurare nell'ipotesi che il sindaco Palazzi scelga di dimettersi

di Sandro Mortari
1 minuto di lettura

MANTOVA. Il centrosinistra che amministra in via Roma trema. Le sorti di giunta e consiglio comunale sono, infatti, legate a quelle del suo sindaco. Dalla decisione che Mattia Palazzi prenderà circa l’opportunità o meno di proseguire nel suo mandato - pur nella bufera politico-giudiziaria scatenata dalle indagini aperte nei suo confronti per il reato di tentata concussione continuata - dipenderà il futuro amministrativo della città.

La legge, il Testo unico degli enti locali, parla chiaro. In caso di dimissioni del sindaco la giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio comunale. In questo caso la prefettura nominerà un commissario che avrà il compito di condurre il Comune verso le elezioni che si terranno nella prima tornata utile. Va detto che questa, per il caso Palazzi, è solo un’ipotesi di scuola: la maggioranza di centrosinistra è compatta nella difesa del suo sindaco, certa che saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dalla procura. E nemmeno Palazzi, al momento, pur tra momenti di scoramento alternati ad altri in cui si dice pronto a lottare, è intenzionato a fare un passo indietro.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Caso Palazzi, a che punto siamo: la Procura, il post del sindaco e la testimone]]

Se le dimissioni di Palazzi avvenissero entro l’anno ci sarebbe tutto il tempo per votare nella prossima primavera, magari abbinando la consultazione elettorale a quelle Politiche e Regionali. Sempre per legge, Palazzi dovrebbe presentare per iscritto le dimissioni al consiglio, che diventerebbero efficaci dopo 20 giorni. Il primo cittadino non può, nel frattempo, ritornare sui propri passi perché le dimissioni, come recita sia la legge che lo Statuto del Comune, sono irrevocabili. La legge prevede che la guida dell’amministrazione passi al vice sindaco solo nel caso di impedimento permanente del sindaco, oppure di sua rimozione, decadenza o decesso, ma sempre sino alle elezioni. La giornata decisiva sarà, comunque, martedì quando Palazzi sarà interrogato dai magistrati.

Il sindaco, poi, essendo iscritto al Pd (è anche membro della direzione nazionale del partito) deve fare i conti con il codice etico dei dem. Il quale prevede per gli amministratori precisi obblighi di comportamento. Tra questi, le dimissioni in caso di sentenza di condanna per il reato di concussione, «ancorché non definitiva», oppure in caso di patteggiamento. Il sindaco, per ora, è solo indagato dalla Procura per cui vige la presunzione di innocenza.
 

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